ROMA. I Rolling Stones continuano a dimostrare la loro diabolica capacità di generare eventi e, al tempo stesso, di monetizzare al massimo le loro sortite pubbliche. Il tour compiuto nel 2016 in Sud America ha generato due docu-film: uno sullo storico concerto suonato all’Avana a chiusura della tournèe e intitolato «Havana Moon in Cuba», l’altro «Olè! Olè! Olè! Viaggio in America Latina» che oggi sarà programmato in 100 sale italiane. Li ha firmati entrambi il regista Paul Dugdale che ha sfruttato l'occasione di seguire in dieci città dell’America Latina la più grande rock band del mondo per firmare un road movie, che per protagonisti ha quattro leggende della musica e che finisce per essere un inno al potere unificante del rock'n'roll, capace di fornire una lingua comune ai giovani di quel continente anche durante gli anni bui delle dittature. Com'è tipico di questo genere di prodotti, il racconto segue due linee narrative parallele: una è rappresentata dalle immagini dei concerti che ormai per gli Stones sono delle celebrazioni di una carriera che già da tempo si mescola con la leggenda. L’altra è il dietro le quinte che inevitabilmente riserva i momenti più intimi e sorprendenti e al tempo stesso offre la possibilità di offrire la possibilità di raccontare la realtà dei Paesi toccati dallo spettacolo del grande circus dei Rolling Stones. Le difficili trattative per organizzare il concerto all’Avana, andato in scena a pochi giorni di distanza dalla visita a Cuba del presidente Obama, si alternano a momenti che esaltano il legame che esiste tra i popoli dell’America Latina e la band, la straordinaria capacità di Mick Jagger, Keith Richards, Charlie Watts e Ron Wood di conservare un’aura speciale e che gli permette di essere identificati come un simbolo di libertà e trasgressione nonostante l’anagrafe, il più giovane è Ron Wood che in giugno compirà 70 anni, e una vita di lussi e privilegi e il fatto che da molti anni i loro show siano una celebrazione della memoria. Ma si sa che i parametri consueti di giudizio non valgono per i Rolling Stones che non hanno rivali nella consapevolezza di essere un mito. Per chi conosce la loro storia la sorpresa di questo film è Charlie Watts, da sempre riconosciuto dai suoi compagni come l’indispensabile collante della band, componente insostituibile del sound della band. Da sempre Watts è un rocker riluttante: agli inizi, quando gli altri erano giovani e squattrinati, era un grafico affermato e c'è voluto un po' per convincerlo a entrare nel gruppo. Il sogno di Watts era fare il batterista jazz, ha sempre evitato i contatti con i media e ancor di più gli exploit glamour mondani dei suoi soci. Si sa che al di là dei rapporti tra i due divi Jagger e Richards, quello che da anni è contrario a tornare in tournèe è lui che è il più vecchio degli Stones, compiendo a giugno 76 anni. In «Olè! Olè! Olè - Viaggio in America Latina" parla, accenna persino al suo rapporto con l’essere genitore. Poi, l’inevitabile confessione: «Non ho mai sopportato il mondo dello spettacolo».