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Verdone e il cinema: giovani di oggi schiavi di serie tv e download

Carlo Verdone

NAPOLI. «Alla Reggia di Caserta festeggio per la prima volta i miei 40 anni di carriera. Vi ringrazio tutti, siete il mio turbo».

Emozionato e pieno di passione, Carlo Verdone apre alla Cappella Palatina del Palazzo Borbonico patrimonio dell'Unesco il ciclo di incontri «Maestri alla Reggia» organizzato dall'Università della Campania Luigi Vanvitelli in collaborazione con il mensile di cinema Ciak.

La direttrice Piera Detassis, anch'essa in festa per i 20 anni di direzione del periodico, annuncia che sarà «Margherita Buy il prossimo maestro in programma, anzi una maestra» si corregge la giornalista.

La scena è poi tutta per l'attore-regista romano, la cui carriera - ricorda rispondendo alle domande del giornalista di Ciak Andrea Morandi - «iniziò nel lontano 1977 al teatro della capitale Alberichino, non come hanno scritto i giornali, che parlano del 1979».

Verdone porta con sè sette clip che fa vedere al pubblico, scene di film, suoi e non, che hanno segnato la sua vita artistica; si parte con l'esilarante scena finale di «Bianco, Rosso e Verdone», in cui l'emigrante che torna in Italia per votare, si sfoga nel seggio elettorale con un'invettiva poco comprensibile in cui racconta tutte le sciagure che gli sono capitate da quando ha varcato il Brennero.

«Queste cose sono ancora attuali, guarda cosa succede in Italia, soprattutto a Roma» dice Verdone ricollegandosi alla stretta attualità.

«Dopo questo film e 'Un sacco Bello', prodotti da Sergio Leone, che è un vero maestro, mi ero fermato, anche perchè facevo tutta una serie di personaggi; devo dire grazie a Mario Cecchi Gori che mi propose di fare un film senza vestire il ruolo del caratterista; così facemmo Borotalco».

Tra le risate e gli applausi del folto pubblico presente, vanno avanti le clip, in cui Verdone rivede la sua vita. C'è Hollywood Party con il suo idolo Peter Sellers, «tra i miei attori preferiti insieme a Walter Matthau e Jack Lemmon», quindi «Viaggio di nozze» con Claudia Gerini;

«Lei mi deve molto - afferma Verdone - ma anch'io le devo tanto. Con la Gerini - aggiunge - così come con tutte le altre attrici che mi hanno affiancato nei miei film, mi sono sempre trovato molto perchè con le donne rendo di più; loro sono più sensibili, spiritose e intelligenti rispetto agli uomini».

A pochi giorni dalla consegna degli Oscar, Verdone ripercorre anche la sua «vittoria» con la Grande Bellezza di Paolo Sorrentino.

«Non sono andato alla premiazione nonostante Paolo mi avesse invitato. Presi questa decisione perchè il film era suo e il protagonista era un grande attore come Toni Servillo. Comunque lo ringrazierò sempre per questa grande opportunità che mi ha dato».

Ai giovani Verdone consiglia di continuare ad andare al cinema.

«Il cinema è un luogo di condivisione - dice - sarebbe un peccato perderlo. Ma oggi vedo tanti ragazzi che guardano solo serie tv e sono schiavi del download. Non sono contro la rete, ma contro il modo in cui si usa. Spero che le cose cambino».

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