ROMA. È per Gianni Minà quest'anno il Nastro d'Argento DOC alla carriera. Il Direttivo Nazionale dei Giornalisti Cinematografici lo annuncia oggi, entusiasta della nomination agli Oscar di Fuocoammare, premiato già lo scorso anno dal sindacato con il Nastro speciale a Rosi. Gianni Minà, oltre cinquant'anni di militanza nel racconto della grande attualità internazionale, riceverà il premio insieme ai vincitori di quest'edizione venerdì 3 marzo alla Casa del Cinema dove saranno anche assegnati altri riconoscimenti e menzioni speciali. Minà, che da sempre frequenta da vicino anche il cinema, ha realizzato documentari clamorosi raccontando nei suoi incontri ravvicinati personaggi come Che Guevara, Muhammad Alì, Diego Maradona, ma anche Rigoberta Menchù, Silvia Baraldini, Marcos e soprattutto Fidel Castro, protagonista solo pochi mesi fa della sua ultima clamorosa intervista esclusiva, diventata un autentico scoop dopo la sua scomparsa, il 25 novembre scorso, nel documentario applaudito in settembre a Toronto, poi in Italia, a Torino. Il Nastro arriva, come il Berlinale Kamera ricevuto da Minà a Berlino nel 2007, per premiare il suo lungo viaggio nella realizzazione di documentari, special cinematografici e racconti storici per immagini, iniziato oltre cinquant'anni fa ma il Sngci premia, oggi, oltre la sua storia, anche lo scoop de L'ultima intervista di Fidel, una testimonianza che il leader cubano gli concesse nel settembre 2015 e che alla luce dei fatti accaduti da allora sopravvive a Castro come un documento di grande importanza storica. In questa stagione, che lo ha visto anche premiato al Festival di Toronto lo scorso settembre, proprio per la sua attività giornalistica sempre attenta all'attualità, Minà ha raccolto consensi anche con il lungometraggio Papa Francesco, Cuba e Fidel, trasmesso anche in tv, nel quale sono presenti tutti i protagonisti della controversa storia dell'embargo: Da Barack Obama e Raul Castro all'ex presidente Jimmy Carter, dal Sostituto Segretario di Stato Vaticano Mons. Becciu all'ex arcivescovo de La Habana Jaime Ortega, al teologo della Liberazione Frei Betto, fino allo stesso Santo Padre. E sono 90 i titoli tra i quali saranno annunciati nei prossimi giorni i finalisti, poi i vincitori dei Nastri d'Argento Documentari 2017: film presentati nell'anno solare, dai grandi Festival o nelle rassegne specializzate (o comunque la cui visibilità sia stata sottolineata da un'uscita sala o dvd o dalla trasmissione su una rete televisiva nazionale). Sono come sempre divisi in tre diverse aree tematiche: produzione dedicata al racconto del reale, documentari sul cinema e spettacolo, ai quali si sono aggiunti ancora una volta i docufilm, dieci documenti nei quali sono determinanti anche i contributi fiction, nel segno di una narrazione che va oltre lo stile del documentario. «Una selezione ancora più ricca e matura, quest'anno» spiega a nome del Direttivo Laura Delli Colli presidente del Sngci, ricordando che proprio dai Giornalisti Cinematografici Italiani arrivò un anno fa a Rosi il primo premio in assoluto ricevuto da Fuocoammare, annunciato da Berlino prima ancora che la Giuria presieduta da Meryl Streep gli attribuisse L'Orso d'Oro del Festival. I 90 film selezionati confermano l'attenzione crescente del pubblico e degli autori per il cinema del reale al quale tra l'altro la Casa del Cinema dedicherà anche prima del 3 marzo nuovi appuntamenti a cura di Maurizio di Rienzo.