PARIGI. Salta l'asta delle carte di Giovanni Verga che Christiès aveva indetto per domani, a Parigi. La vendita dei documenti è stata sospesa dopo un intervento sia del ministero dei Beni culturali sia del Nucleo dei carabinieri tutela del patrimonio culturale. Sulla vicenda, che presenta aspetti controversi, anche la magistratura ha aperto un'inchiesta. Le carte verghiane finite a Christiès sono costituite dal manoscritto della Cavalleria rusticana «per il cinematografo» e da due lotti di lettere. Di un lotto fanno parte 78 lettere inviate dallo scrittore tra il 1880 e il 1916 ai fratelli Pietro e Mario e al nipote Giovannino. All'asta era finito anche un altro lotto di 198 lettere di Verga ai familiari, tra cui la madre. L'asta ha sollevato il sospetto che le carte facciano parte di un nucleo di documenti affidato nel 1928 dal ministro Giuseppe Bottai alla famiglia romana Perroni perchè ne facesse una valutazione. I Perroni invece trattennero le carte. Ne scaturì una lunga e complessa controversia che nel 1978 si concluse con la vendita dell'archivio Verga alla Regione siciliana. Pare che il lotto non fosse integrale e che la parte indebitamente trattenuta sia stata messa sul mercato in varie soluzioni. Nel 2013 un gruppo di documenti messi all'asta da Christiès a Milano e altri oggetti verghiani vennero sequestrati. Ora sono in deposito cautelativo presso l'università di Pavia. I tre lotti spuntati a Parigi farebbero parte del corpus che il nipote dello scrittore Giovannino, erede unico dell'autore dei «Malavoglia», avrebbe diviso e ceduto. Ma in questo caso la vendita sarebbe irregolare. Da qui l'intervento del ministero italiano e la decisione di Christiès di sospendere l'asta.