PALERMO. La musica come strumento di riflessione e di rieducazione. Firmata la convenzione fra il garante dei detenuti Giovanni Fiandaca, il provveditore regionale dell'Amministrazione penitenziaria Gianfranco De Gesu, il presidente e il direttore del Conservatorio Gandolfo Librizzi e Daniele Ficola. Un accordo voluto dal presidente Librizzi, che segna l'inizio di una stretta collaborazione per diffondere e promuovere la cultura musicale nelle carceri siciliane. "Sono lieto di annoverare fra le attività qualificanti del Conservatorio, questa funzione altamente educativa e sociale della musica" afferma Librizzi che, dal suo insediamento, ha lavorato al concretizzarsi del progetto. "Uscendo dal Conservatorio per entrare nelle chiuse mura delle carceri, si potrà ottenere un duplice risultato positivo: innanzitutto per i detenuti destinatari principali dell'offerta musicale, poi anche per gli stessi artisti, specie se allievi appositamente selezionati, che potranno così prendere coscienza di una condizione dell'esistenza ben diversa da quella del consueto pubblico dei concerti". Per il garante dei diritti dei detenuti professor Giovanni Fiandaca "portare la musica negli istituti penitenziari ha una valenza culturale e contribuisce a rendere più sopportabile la reclusione penitenziaria. E' auspicabile", prosegue Fiandaca, "che l'ascolto e l'apprendimento possano avvicinare i giovani detenuti alla musica, in prospettiva anche come sbocco occupazionale. Penso, per esempio, all'orchestra giovanile Simon Bolivar, promossa da Claudio Abbado, che ha salvato dai circuiti criminosi molti ragazzi venezuelani". Il presidente del Conservatorio Librizzi tiene a sottolineare la novità di un progetto che ha l'obiettivo di organizzare attività musicali sistematiche e continuative nelle carceri. La convenzione avrà, infatti, la durata di 5 anni e prevede laboratori didattico - formativi con docenti e allievi e concerti con le formazioni di maggior prestigio del Conservatorio. "Una collaborazione - conclude Librizzi - che a breve verrà estesa agli istituti di detenzione minorile e che costituisce un importante tassello del percorso di apertura verso il sociale e le realtà disagiate del Conservatorio Vincenzo Bellini di Palermo".