ROMA. «Mi pare che la rottura sia definitiva». Lo dice all'ANSA Elisabetta Sgarbi dopo la spaccatura di Milano e Torino sul Salone del Libro evento unico, nell'incontro di ieri al Mibact che ha lasciato amareggiato il ministro dei Beni Culturali e del Turismo Dario Franceschini.
«La delusione del ministro è comprensibile. I ministeri della Cultura e dell'Istruzione sono entrati in un Salone di Torino che rinasce senza la presenza di grandi gruppi editoriali e senza l'Aie che, per di più, hanno dato vita a un Salone concorrente e contemporaneo, a Milano che, per inciso, è la capitale economica dell'Italia e la capitale dell'editoria. È evidente il cortocircuito» sottolinea la Sgarbi.
Ora per gli editori si pone la questione di partecipare a due Saloni a distanza di un mese, quello di Milano dal 19 al 23 aprile e quello di Torino, che secondo le date previste sarà dal 18 al 22 maggio. Cosa farà La nave di Teseo di cui la Sgarbi è direttore generale ed editoriale?
«Non posso rispondere a questa domanda. Mi si chiede di mandare gli autori a dei Saloni il cui progetto non è per nulla chiaro. Vedremo con gli autori e gli amici della Nave di Teseo cosa sarà opportuno fare. Certamente il Salone di Torino continuo a considerarlo un appuntamento inaggirabile» spiega la Sgarbi spiegando che «per ora, comunque, è meglio stare alla finestra e ascoltare i racconti di chi ha deciso per questa spaccatura».
E del presidente dell'Aie, che qualcuno del gruppetto che stava ieri sotto al ministero ha definito 'guastatore' dice: «Penso che una persona che ricopre un ruolo istituzionale agisca per il meglio, non per guastare. Poi è possibile che si sbagli». Intanto la presidente della nuova Fabbrica del Libro milanese, Renata Gorgani, ha annunciato una conferenza stampa a Milano, il 5 ottobre, in cui sarà presentato il progetto del nuovo Salone milanese. «Stimo molto la Gorgani per il lavoro fatto. N
on è dunque una questione di persone, è una questione di opportunità. Tutto mi pare vada in una direzione decisa già da tempo e in direzione contraria a quella che auspicavo. Ma erano un auspicio e una convinzione personali. Spero di sbagliarmi. Ora che le cose sono decise, bisogna farle al meglio, anche se con un pò di amaro in bocca» dice il direttore generale ed editoriale de La nave di Teseo che fin dall'inizio non si era dimostrata contraria in assoluto a una nuova iniziativa dove il Salone del Libro di Torino restava però un punto fermo. La Sgarbi aveva lanciato, lo scorso luglio, l'idea di fare «una Fiera del Libro a gennaio/febbraio, a Milano, per vitalizzare un momento più stanco del mercato editoriale», lasciando «Torino tale e quale, perchè è un appuntamento che apre la stagione estiva ed è una occasione importante per l'editoria italiana e, oramai, straniera. Ha acquisito un tale capitale di conoscenze e competenze che sarebbe assurdo buttarle via».
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