ROMA. Isola del sale, a largo di Dakar, sull'Atlantico.
Ha girato il mondo intero, ha vissuto incredibili esperienze artistiche e umane ma Teddy Reno, al secolo Ferruccio Merk-Ricordi, non ha dubbi: il ricordo più bello dei suoi 90 anni, che compie l'11 luglio, ha il nome del luogo dove diede «il primo bacio a una donna che si chiama Rita Pavone».
«Eravamo su una grotta favolosa, - ha raccontato l'artista - lei mi ha chiesto: "Quanto durerà?". E io ho risposto: "Per quello che mi riguarda, tutta la vita". Ho conosciuto tante donne in gioventù ma Rita è stata ed è l'unico grande amore della mia vita». Un amore che non si è fermato davanti agli ostacoli e che oggi, a quasi cinquant'anni da allora, è ancora vivo e fortissimo. Così come è la voce di Teddy Reno, che non ha mai smesso di cantare e di promuovere talenti musicali.
«Stranamente - ha detto - non sento nessuna incertezza nella mia voce, che incredibilmente sta migliorando. Alla mia età, smettere di creare cose belle per se stessi e per gli altri è più pericoloso che continuare a farlo». I suoi progetti vanno avanti, come quel primo gennaio del 1948 quando fondò a Milano la casa discografica CGD, che lanciò cantanti poi divenuti molto noti come Lelio Luttazzi, Betty Curtis, Gianni Ferrio, Jula de Palma, Giorgio Consolini e Johnny Dorelli. Teddy Reno ha lasciato un segno nella storia della musica italiana come artista - sono memorabili brani come «Piccolissima serenata», «Malafemmina», «Addormentarmi così», «Trieste mia», «Accarezzame» e «Chella lla» - e come produttore e promotore di nuovi talenti: «Nel '62 - racconta - lanciai artisti come Rita Pavone, Shel Shapiro, i Rockets, il cabarettista Enrico Montesano, Dino, Mal e Claudio Baglioni».
La memorabile «Festa degli sconosciuti» da lui ideata e realizzata dal 1961 ad Ariccia, nei Castelli Romani, è stata una vera opportunità per la scena musicale di quegli anni e dei decenni successivi. «Lo slogan - ha detto Teddy Reno - era "perdete la 's'": è stato il primo talent in Italia». A 90 anni l'artista continua a tracciare quel percorso con la stessa passione di allora e lo condivide con sua moglie Rita Pavone.
«Siamo andati insieme anche in Argentina - ha detto - e ci ha accolto Papa Bergoglio che abbiamo scoperto essere un grande fan di Rita».
Ma la musica di oggi non è come quella di allora. «A mio modesto avviso, - ha spiegato - fermo restando il mio massimo rispetto per chi fa musica, mi sembra che la canzone italiana attuale, degli ultimi 15-20 anni, punti sopratutto a un successo discografico dei giovani con un'attenzione al ritmo ma non al contenuto musicale o letterario dei brani». Per Teddy Reno «il mondo non sente più l'Italia nelle canzoni che vengono proposte anche dai più conclamati festival italiani, che durano dalla sera al mattino perchè vengono ballate dai ragazzi ma non restano nella storia». Non si lascia però sopraffare dalla delusione. Prende tutte le energie e non si ferma: «Voglio arrivare a 300 anni - confessa - purchè possa cantare come canto in questo momento».
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