Da Libero Grassi a Mario Francese, la nuova serie tv di Valsecchi sulle storie di chi ha detto no alla mafia
ROMA. Raccontare «persone normali diventate eroi per aver avuto il coraggio di fare fino in fondo il loro dovere, che hanno pagato con la vita i loro ideali di verità e giustizia» è l'obiettivo, spiega Pietro Valsecchi, di «Liberi sognatori - Le idee non si spezzano mai», la serie di film tv che la Taodue realizzerà per Mediaset. I primi quattro che andranno sul set a novembre, per una messa in onda verso marzo su Canale 5, racconteranno Libero Grassi, simbolo della lotta contro il 'pizzo’; il giornalista Mario Francese che per primo ha raccontato il potere nascente della mafia corleonese; Renata Fonte, unico amministratore donna uccisa per il suo impegno civile e Emanuela Loi, componente della scorta di Paolo Borsellino, morta nell'attentato del 1992. «Riprendiamo a raccontare anche la parte bella dell'Italia, una delle nostre linee di partenza, da Borsellino a Moro - spiega il produttore Valsecchi, ideatore della linea editoriale del progetto con Umberto Ambrosoli, figlio di Giorgio Ambrosoli, sul quale la Taodue ha realizzato nel 1995 il film 'Un eroe borghese' di Michele Placido -. Ci siamo incontrati con Umberto e abbiamo deciso le prime quattro storie, poi ne proporremo altre (tra i possibili soggetti, il giudice Rosario Livatino o il giornalista Giuseppe Fava). Il racconto non si fermerà alla morte del protagonista, ma mostreremo anche i frutti del suo coraggio». 'Liberi Sognatori' «rappresenta il ritorno per noi al racconto del grande impegno civile - dice Alessandro Salem, Direttore generale contenuti Mediaset -. L'avevamo abbandonato per colpa della crisi e dei costi, ma ora vogliamo ricreare quel legame di identificazione con il pubblico». Il film tv su Libero Grassi sarà sceneggiato e diretto da Graziano Diana, con protagonista Giorgio Tirabassi; la storia di Renata Fonte (già raccontata da Sergio Nasca nel film La posta in gioco con Lina Sastri, ndr) sarà diretta da Renato De Maria, scritta da Monica Zapelli e interpretata da Giulia Michelini; Mario Francese lo interpreterà Marco Bocci nel film tv di Michele Alhaique scritto da Claudio Fava; mentre la storia di Emanuela Loi sarà diretta da Enzo Monteleone, »la protagonista dobbiamo ancora sceglierla« spiega Valsecchi. «Mostriamo soprattutto per i più giovani- spiega Umberto Ambrosoli - delle ancore a cui ispirarci, le persone che possiamo diventare». Tirabassi, già interprete per Canale 5 di Paolo Borsellino, è felice che si torni a questa linea di racconto: «Cercheremo di onorare questi personaggi«. Per Bocci «a volte questo mestiere ti regala sorprese con emozioni che ti travolgono. Interpretare questi personaggi ti carica di una grandissima responsabilità. Vorrei raccontarne non solo la battaglia ma anche l'approccio alla vita». Al progetto hanno pienamente aderito i familiari dei protagonisti delle storie: Alice Grassi non trattiene le lacrime parlando del padre e della madre, scomparsa qualche settimana fa, dopo una vita spesa a tenere vivi i principi del marito, ispirando la generazione di ’AddioPizzo’. Giulio Francese, figlio di Mario, e come lui giornalista, rende omaggio al genitore («caduto lui era subentrato un silenzio mortificante durato oltre 20 anni. Il tempo però è stato galantuomo»), e al fratello Giuseppe, che dopo aver cercato per anni la verità sulla morte del padre, una volta arrivati al nuovo processo «s'è come spento ed è andato via in punta di piedi. Anche lui per me è un eroe positivo». Mentre Viviana Matrangola rievoca le circostanze della morte della madre, Renata Fonte, «uccisa a 33 anni, mentre tornava a casa da noi bambini, perchè da assessore comunale e consigliere a Nardò (Lecce), aveva difeso dalla speculazione edilizia un'oasi naturale, diventata il parco di Porto Selvaggio». Persone come lei «sono sognatori con il coraggio della parola e della giustizia. Non vanno considerati eroi, perchè sennò ci daremmo degli alibi».