ROMA. Fa impressione vedere il campione di lucidità mentale e perspicacia investigativa vecchio, 92enne. Non solo. Vederlo anche alle prese con una smemoratezza degenerativa imbarazzante e dunque imperfetto. Ma di fatto «Mr Holmes - Il mistero del caso irrisolto» di Bill Condon e interpretato da Ian McKellen, in sala dal 19 novembre con Videa, si concede questo rischio perchè racconta la storia del più famoso detective, di una vera e propria leggenda, alle prese con un caso irrisolto. Siamo nel 1947 e Holmes si è ritirato nella sua fattoria sulla costa inglese allevando api in compagnia di una governante (Laura Linney) e del giovane e talentuoso figlio di lei, Roger (Milo Parker). Ma il vecchio Holmes, oltre ad essere tormentato da come viene rappresentato («non ho mai portato quell'orribile cappello e anche la pipa è sbagliata»), ha l'ossessione della sua ultima indagine: il mistero della donna del guanto. Ovvero il caso di Ann Kelmot, la donna che lui aveva pedinato su incarico del marito. Il film che temporalmente torna indietro nel tempo fino al 1917 con il ricordo di un viaggio in Giappone, e altri frammenti della sua carriera, ha al suo centro il caso di questa donna. Un caso finito tragicamente, e a cui Holmes è legato anche per risvolti affettivi verso Ann. Liberamente tratto dal romanzo di Mitch Cullins A slight trick of the mind (un sottile trucco della mente), il film fa vivere il personaggio oltre la fantasia del suo autore Conan Doyle. È il tema dell'invecchiamento che ha convinto il regista ad accettare il progetto: «Il nodo centrale del film - dice Bill Condon - è l'invecchiamento e il mistero di Sherlock Holmes stesso. Sarà questo »il caso« da risolvere ed è una premessa molto intrigante. Chi è Sherlock Holmes se non possiede più le sue sorprendenti e acute facoltà deduttive? E chi è ciascuno di noi senza le qualità che ci contraddistinguono e definiscono mentre viviamo l'ultima fase della nostra vita?». Dice invece Ian McKellen: «È una storia di mistero, un thriller - spiega l'attore 76 anni interprete fra l'altro di Hobbit e Il signore degli anelli -.Tradizionalmente Holmes non è raffigurato come un uomo felice. Anche se ha qualità invidiabili, nessuno vorrebbe essere lui. E questo vale un po' anche per il nostro Holmes; ha 93 anni, è un uomo turbato che è andato in pensione forzatamente, completamente chiuso in se stesso. Ci sono meravigliose relazioni tra i personaggi centrali - la governante, il medico, gli ispettori, gli agenti investigativi... - sono tutti incredibilmente fedeli e conformi al modo di narrare di Conan Doyle. È una sceneggiatura molto astuta e interessante; la sfida sta nell'imparare a conoscere i personaggi e ciò che li motiva è vedere come in modo schematico o più emotivo arrivano tutti a risolvere il "problema" nella mente di Sherlock».