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Sulla rotta del sale da Messina a Caltanissetta: il minerale che «racconta» la storia dell’Isola

PALERMO. Le parole, come ogni cosa, hanno una loro storia. «Salario» deriva da sale (sàl, in latino): il termine risale all' antica usanza di pagare i soldati romani con una certa quantità del prezioso minerale. La scarsità, un tempo, del prodotto e la sua importanza alimentare gli hanno conferito la dignità di moneta, e l' uso del cosiddetto «oro bianco» si è caricato di significati simbolici legati alla vita civile e religiosa.
Ci sono miniere di sale in grado di raccontare una storia accaduta circa 6 milioni di anni fa, e sono in Sicilia. C' è un sito unico formato da vulcanelli di sale, ed è in Calabria. C' è una strada, la Salaria, usata dai romani per trasportare il sale, parte è in Umbria: con «Le vie del sale» è partito dalla Sicilia, e risalirà l' Italia fino all' Umbria, un viaggio bianco e abbagliante, proposto dalla Sezione Giovani della Società Geologica Italiana.
Il particolare itinerario fa parte della «Settimana Pianeta Terra», in programma fino al 25 ottobre con 237 appuntamenti, almeno 150 escursioni, più di 80 incontri, conferenze e attività all' aperto in tutta Italia, in cui oltre 600 ricercatori saranno impegnati a spiegare ai comuni mortali le geo-scienze. La «Settimana» è stata pensata da due ricercatori, Rodolfo Coccioni dell' Università di Urbino e Silvio Seno dell' Università di Pavia e coinvolge, oltre alle università, anche musei e centri di ricerca.
L' anteprima nazionale è stata a Messina, proprio con «Le vie del sale»: «Non è un caso - ha spiegato la geologa Ester Tigano - che si sia iniziato dalla Sicilia, regione dalla quale proviene la gran parte del sale che usiamo ogni giorno in Italia, utilizzato anche per la produzione di sale "certificato" come presidio Slow Food».
I luoghi studiati da circa 15 anni dal gruppo di ricerca del Dipartimento di Biologia, Ecologia e Scienze della Terra raccontano una incredibile storia geologica iniziata oltre 5 milioni di anni fa, quando la salinità dell' acqua del Mediterraneo cominciò a cambiare aumentando a tal punto da formare vasti depositi di gesso e salgemma. Oggi l' erosione e i sollevamenti tettonici, innescati dallo scontro tra la microplacca calabra e la placca africana, mostrano le rocce sedimentarie, frutto anche di grandi terremoti e della rinascita del Mediterraneo con il ritorno delle acque oceaniche.
Una porzione di questo itinerario geologico verrà percorso: conoscerlo rappresenta uno strumento di valorizzazione di un paesaggio unico in tutta Europa.
Il 23 ottobre toccherà a Caltanissetta con una visita al Museo Mineralogico e Paleontologico «Mottura», dove geologi e tecnici della società Italkali guideranno i visitatori tra esemplari di minerali e fossili di ogni forma e specie e, in un viaggio indietro nel tempo, aiuteranno a ricostruire una delle pagine più intense della storia del mar Mediterraneo. Tra scogliere coralline, mari disseccati, flussi impetuosi di acque e cambiamenti climatici estremi verrà ricostruita la storia del Mediterraneo e la formazione delle evaporiti, rocce che ospitano, nel sottosuolo, i giacimenti salini da cui proviene gran parte del sale alimentare e industriale che tutti i giorni viene consumato in Italia.
«Ogni anno- commenta il geologo Enrico Curcuruto dell' Istituto Tecnico Geotecnico "Mottura" - nel mondo si utilizzano oltre 200 milioni di tonnellate di sale; solo una parte di questa quantità è destinata al consumo umano: il 41%, infatti, viene usato per la produzione di cloro e soda, il 16% per produrre carbonato di sodio, il 3% per prodotti chimici diversi, il 23% per consumo umano, l' 8% per il disgelo stradale e il restante 9% per altri impieghi».
E aggiunge ulteriori informazioni: «In Italia la gran parte del sale estratto proviene fondamentalmente da 5 aree: le Saline di Volterra in Toscana, gestite dalla società Solvay, le Belvedere Spinello in Calabria, gestite dalla società Enichem, e dalle miniere di Petralia, Racalmuto e Realmonte, in Sicilia gestite dalla società Italkali. È in queste tre miniere siciliane che si nascondono tutti i segreti di una storia accaduta milioni di anni fa: infatti rocce e fossili, come le scatole nere degli aerei, conservano nei loro componenti e nella loro struttura le tracce di questa storia geologica ed ambientale».
Nel suo intervento a Messina, il geologo mineralogico Maurizio Triscali, dopo l' aspetto geologico, si è soffermato sulle diverse varietà di sale esistenti nel mondo: dall' affumicato al sale bianco dell' Himalaya, al sale blu di Persia, al grigio di Bretagna, di Palude, al nero di Cipro, fino al sale rosso. Ha citato la Salina di Trapani, esclusa dal giro per problemi logistico -organizzativi, pur essendo l' unica ad aver ricevuto il Dop e a far parte dei presidi Slow Food.
Divertenti le citazioni di proverbi e modi di dire siciliani, interessanti i cenni storici, contrabbando compreso, senza dimenticare il sale nelle opere d' arte, nella musica e nelle lettere. Insomma, una carrellata su quanto sia «salata» la nostra vita.

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