PALERMO. Difficile elaborare gerarchie di merito o semplicemente estetiche in un menu di 1031 siti: tanti sono quelli inseriti nell'Heritage List dell'Unesco e quindi Patrimonio dell' Umanità. Un po' come viaggiare sui libri di Stevenson e Conrad. Ci hanno detto che il mondo è un villaggio globale: no, il mondo continua a essere grande e diverso. L' Italia è in testa alla classifica mondiale con 51 luoghi inclusi nell' ambito elenco e di questi ben 7, cioè il 10%, sono in Sicilia. Come se continuamente fosse possibile aggiungere delle vere e proprie icone: l'ultima, in ordine di tempo, è l'itinerario arabo -normanno di Palermo. Ma la presenza dell' Isola inizia da lontano: la Valle dei Templi di Agrigento è il primo luogo «nominato» nel 1997, a seguire la Villa romana del Casale di Piazza Armerina, le isole Eolie, le città tardo -barocche del Val di Noto, Siracusa e Pantalica, l' Etna e, appunto Palermo. Cento e più Sicilie, sfaccettate, diverse, sovrapposte, sfuggenti. Parte di tanta immeritata bellezza è riunita nella mostra inaugurata ieri a Palazzo Steri (fino al 16 dicembre), e articolata in tre step, Unesco sites. Primo: cinque siti siciliani Unesco, «attraversati» con gli artglass, gli occhiali che permettono di interagire con l' esposizione. Sfilano Siracusa, e i suoi angoli più suggestivi, incrociando passato e presente, la Villa del Casale e le fanciulle che giocano a palla, Agrigento e tra le strade sembra di incontrare Terone, le Eolie e la potenza della natura, le città del Val di Noto e la forza del genio umano. In ogni stanza, un cubo senza una facciata, lo spettatore ha la sensazione di trovarsi in una location differente, in un percorso quasi sensoriale. Tra qualche settimana, il secondo turno sarà dedicato all' Etna, Villa D' Este, Venezia, Verona, Roma e Matera, il terzo, a Dolomiti, Crespi D' Adda, le residenze Sabaude, Milano e la Val Camonica. Antonio Scuderi, amministratore delegato di «Capitale Cultura»: «Gli occhiali permettono la rilevazione della posizione del visitatore e i suoi movimenti all' interno del sito, visualizzando intorno a lui informazioni su ciò che sta guardando, arricchendo il tutto con audio, video, testi e modelli tridimensionali. Questa mostra è una novità, perché utilizza la realtà aumentata in un contesto multimediale, un linguaggio assolutamente nuovo. È una forte forma di marketing territoriale, che supera i linguaggi classici ed è esportabile ovunque». Racconta Roberto Celli, presidente della società «Beni culturali»: «Unescosites viene da lontano, Beijing 2008 prima, Shanghai 2010 poi ma per Palermo abbiamo ripensato il concept. La "realtà aumentata indossabile" su smartglasses è un formidabile veicolo per attrarre, nello specifico, il pubblico giovanile. Il turista "consapevole" dedica molto tempo a preparare il viaggio, studiando i possibili itinerari e acquisendo il maggior numero di informazioni possibili. La mostra è, allora, l' occasione perché un evento culturale diventi un attrattore per incoraggiare il turismo culturale». La storia dei siti Unesco italiani è raccontata anche nel catalogo, in tre lingue (italiano, inglese ma anche cinese) Unescosites / Italian Heritage And Arts, che racchiude gli scatti di 14 fotografi: le foto «siciliane» sono di Giuseppe Leone. Un altro capitolo, su Palermo, sarà costituito dalle foto (e dai selfie, ovviamente) dei palermitani e dei turisti: alcune delle immagini che perverranno al sito, opportunamente selezionate, viaggeranno nel mondo, assieme ad altri nuovi contributi, narrazioni, pagine letterarie che si aggiungeranno strada facendo. La mostra, all' ingresso, accoglie anche un docufilm montato con estratti di pellicole girate nei siti Unesco italiani. E c' è anche un accordo con l' ente governativo cinese che si occupa dei viaggi all' estero dei propri connazionali, rappresentato ieri da Xiolin Sun. Che spiega: «La Cina segue l'Italia con 40 siti patrimonio dell' Umanità. Se la prima volta che visitano il vostro Paese, i cinesi si soffermano sugli itinerari più gettonati, quando ritornano cominciano a scegliere la Sicilia. Questa mostra è importante per la conoscenza dei luoghi».