GANCI. Una villa antica e reperti di varie epoche - da quella ellenistica all'età bizantina - sono stati individuati nel corso di campagne di scavi archeologici nelle campagne di Gangi. Le esplorazioni, condotte dalla Soprintendenza ai Beni culturali e ambientali di Palermo, sono state compiute sul monte Alburchia e a Gangivecchio.
Sul monte Alburchia, in età arcaica probabile sede di un centro indigeno e poi di un abitato che dall'età ellenistico-romana si protrasse al IV-V secolo dopo Cristo, sono state scoperte edicole scavate nella parete di roccia. Alcune sono monumentali e allo stato attuale sono di dubbia interpretazione. Forse avevano una destinazione funeraria e furono plausibilmente scavate lungo una via sacra. Risalgono a un'età ellenistico-romana. I lavori sono stati effettuati sotto la direzione scientifica di Stefano Vassallo e Rosa Maria Cucco della Soprintendenza di Palermo.
Le indagini archeologiche presso l'antica abbazia benedettina di Gangivecchio, fondata dai Ventimiglia nel 1363, una ricognizione svolta in collaborazione con le Università di Palermo e dell'Iowa ha messo in luce un insediamento che, sorto probabilmente nella prima età imperiale, si sviluppò in età tardo antica. I rinvenimenti relativi a questa fase (III-V secolo dopo Cristo) sono di grande pregio (tessere di mosaico, vetri, oggetti di osso lavorato) e fanno ipotizzare la presenza nel sottosuolo di una dimora di lusso, una villa utilizzata
anche in età bizantina. Individuato anche il basamento dell'antica torre campanaria del convento benedettino e, presso di questa, di una fornace. I risultati degli scavi saranno presentati dalla Soprintendenza, diretta da Elena Volpes, con un'esposizione dei reperti più significativi.
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