VENEZIA. «Je suis Charlie» della catanese Eva Mascolino ha vinto la 26esima edizione del Premio Campiello Giovani. Il racconto della giovane scrittrice siciliana si è imposto su quello degli altri quattro giovani finalisti: Clelia Attanasio con «Fuoco», Anya Boato con «Amelie fu», Loretta Minutilli con «L'universo accanto» e Gabriele Terranova con «Miseria». Il premio Giovani Estero è andato invece a Camilla Galante con
«Neve di fuoco». Stasera è prevista la serata finale con la proclamazione del vincitore del Premio Campiello.
Tanti sogni, un'unica certezza: la difficoltà a realizzarli in un mondo che cerca l'omologazione; ma forse in questo, in questa consapevolezza - come dice Ilvo Diamanti, presidente del premio Campiello - hanno un vantaggio in più, possono guardare il mondo con un occhio nuovo, possono cercare nel mondo le opportunità che lo stesso offre.
Il 'giovani' è appena alla 20esima edizione, ma sta assumendo sempre più un ruolo importante, una funzione di 'specchio' per capire le giovani generazioni, le loro scelte di scrittura in un epoca dominata dalle nuove tecnologie, dalla globalizzazione, dal timore che il libro - «come formato culturale» dice Antonio Scurati, nella cinquina con «Il tempo migliore della nostra vita» (Bompiani) - scompaia dagli stessi programmi scolastici e universitari.
Neri Marcorè, giocando sull'imitazione di un 'vecchio' con cadenza dialettale chiede ai cinque 'scrittori in erba': "Che ve mettete a scrivere? Andate a mangiare un gelato".
Caricamento commenti
Commenta la notizia