AGRIGENTO. Il «cimitero» dei romani nella Valle dei Templi di Agrigento. È con molta probabilità una necropoli a sepoltura multipla, cioè composta da tombe in cui venivano sepolte due o più persone per volta, quella che sta riaffiorando dopo duemila anni nel cuore del parco archeologico agrigentino. Importante ritrovamento, ieri mattina, durante una nuova campagna di scavi davanti al tempio della Concordia che sta facendo luce sull’epoca romana nell’antica città akragantina, dal periodo che va dalla trasformazione del tempio pagano a basilica cristiana. Due scheletri, secondo gli esperti risalenti al periodo tra il V e il VI secolo dopo Cristo e dunque di epoca romana, sono stati ritrovati tra i templi dorici, proprio accanto al tempio «principale», uno dei pochi in Sicilia che possa competere con il Partenone d’Atene. Lo scavo, che dopo le prime scoperte di ieri sembra preannunciare importanti novità sul fronte della ricerca archeologica, è stato promosso dall’Ente Parco in collaborazione con l’Università di Palermo e in particolare con il corso di laurea in Beni culturali e archeologici che ha sede ad Agrigento. Secondo gli esperti, quel che nell’epoca greca era il centro della vita urbana dell’antica Akragas, diventò successivamente, nell’era cristiana, il centro della vita religiosa dove, tra l’altro, venivano sepolti i morti, più di uno in tombe multiple. Gli scavi continueranno nei prossimi giorni alla ricerca di ulteriori elementi utili a ricostruire l’epoca romana nella Valle dei Templi agrigentina. «Si tratta di un nuovo importante ritrovamento - ha spiegato ieri il direttore del Parco archeologico Valle dei Templi Giuseppe Parello - che fa parte di una campagna di scavi sistemica e non casuale finalizzata ad indagare una fase poco nota dell’antica città di Agrigento che riguarda il periodo romano».