Piazza Bellini, gli scrigni che incantano i turisti: ma nei giorni festivi si rischia di restare fuori
PALERMO. Due scrigni d’arte che si guardano l’un l’altro e si fanno ammirare dai visitatori. Sono la Martorana (Santa Maria dell’Ammiraglio) e San Cataldo, altra tappa dell’itinerario Arabo-Normanno da pochi giorni riconosciuto dall’Unesco come patrimonio dell’umanità. Due chiese che raccontano secoli di storia, la prima con i suoi mosaici e i colori, il marrone e l’azzurro, che richiamano il terreno quanto il divino, la seconda con la commistione degli stili orientali e occidentali tipici dell’età normanna. Nel cuore della città, di fronte alla facoltà di Giurisprudenza, da un lato, e dall’altro al municipio, questo angolo gode dell’isola pedonale di piazza Bellini. Durante la celebrazione della messa cattolica secondo rito bizantino, i turisti entrano, in silenzio, e rimangono a bocca aperta e incantati da tanta cultura racchiusa nelle spesse mura. Fra incenso e canti, ieri c’erano circa settanta fedeli, orgogliosi innanzi al riconoscimento internazionale. Fuori nugoli di turisti, alcuni corteggiati da «gnuri» che invitano a fare un giro in carrozza. «Conoscevo già queste chiese, credo che l’Unesco si sia accorto troppo tardi della bellezza di questi siti», dice Luca Prestia, di Cuneo, che si trova a Palermo per il campo di volontariato Libera Emmaus, mentre il figlio si arrampica su una liana di un albero secolare. Dunque luoghi di culto che riescono a incantare grandi e piccini. Santa Maria dell’Ammiraglio fa parte dell’eparchia di Piana degli Albanesi, qui ci sono i mosaici più antichi della Sicilia. Lara Lo Iacono ha pochi mesi e non sa ancora di essere stata battezzata mentre a Bonn le istituzioni cittadine ritiravano il prestigioso riconoscimento. «È qualcosa di curioso e unico sapere che nostra figlia abbia ricevuto il primo sacramento in questa chiesa che oggi è un bene dell’umanità» dice mamma Meron. Insomma ci sono tanti motivi per essere soddisfatti, ma anche tante criticità. «Per venire a dire messa mi becco pure le multe - riferisce con il sorriso sulle labbra papas Nicola Cuccia -. Speriamo che questo traguardo culturale e artistico diventi un impegno per l’amministrazione affinché garantisca la vivibilità di questa zona. Qui è difficile parcheggiare, i negozianti si lamentano perché mancano i servizi». Non sono solo questi i nei. Proprio come ci si sveglia all’improvviso da un bel sogno a turbare l’idilliaca domenica sono anche le proteste di un gruppo di turisti che vuole visitare il monumento, ma trova i cancelli chiusi. E sì, perché la Martorana nei giorni festivi apre al pubblico dalle 9 alle 10 e 30 e finita la messa le porte sono sbarrate. «Questo è inaccettabile, i turisti vogliono scoprire le bellezze siciliane e ci chiudono la porta», lamenta Mario Parisi, guida di un gruppo di inglesi che ripartirà oggi. La chiesa di San Cataldo invece riapre nel pomeriggio. Anche qui incanto e stupore per la bellezza artistica e ambientale, intorno c’è molto verde. «Abbiamo appreso con soddisfazione e orgoglio l’ingresso di questo monumento nel patrimonio Unesco e quando lo diciamo ai turisti rimangono stupiti e guardano con più attenzione e curiosità», riferisce Giovanna Di Marco, che stacca i biglietti all’ingresso insieme a Barbara Rizzo. Entrambe fanno parte dell’associazione Amici dei musei siciliani. «Il biglietto intero costa 2,50 euro, e 1,50 il ridotto per i gruppi di almeno dieci persone - aggiunge Barbara - nel 2014 abbiamo staccato 63.436 ticket». Dentro c’è anche František Štorm che viene da Praga a Palermo per la prima volta ed è già stato a Cefalù e a Monreale, altri siti Unesco. Ha in mano un taccuino dove in un batter baleno fa uno schizzo delle navate. «I like…, mi piace molto questo monumento - dice a bassa voce per non disturbare - merita di essere nella lista World Heritage site». Per lui, come per altri curiosi, il viaggio tra le sette tappe dell’arabo normanno continua.