ROMA. Prendi un cantautore che agli inizi della carriera progettava di esportare la piadina romagnola, aggiungi amici e colleghi che in una sera romana quasi d'estate lo raggiungono sul palco per cantare insieme a lui e un pubblico da tutto esaurito, shakera il tutto e ottieni un concerto di quelli che ti rimangono ben impressi nella memoria a lungo. È stata una festa di musica e parole, di emozioni e ricordi, quella voluta da Samuele Bersani all'Auditorium - Parco della Musica, a distanza di un anno dalla fine del tour Nuvola Numero Nove.
Nessuna ricorrenza, nessun evento con «l'alibi dello zero», inteso come anniversario a cifra tonda, ma la voglia di cantare le canzoni scritte in quasi 25 anni di carriera, in una «serata unica e irripetibile».
È nato così Plurale Unico, «un progetto che mi ha fatto invecchiare più nell'ultimo mese che in 10 anni, scherza l'artista romagnolo, che ha voluto accanto sè non solo cantanti, ma anche attori e registi ai quali è legato da amicizia e stima che lo hanno accompagnato in quasi tutte le 22 canzoni della scaletta.
In molti tradivano più emozione dello stesso Samuele, che farà della serata un cd/dvd in uscita entro la fine dell'anno, in attesa di un nuovo disco di inediti. «Le telecamere, le luci... avrei voglia di venire dalla vostra parte e godermi anche io lo spettacolo», dice al pubblico che lo coccola a colpi di applausi e di gridolini.
Il primo a salire sul palco e ad aprire il concerto è Dario Argento che presenta Il Mostro, poi è la volta di Alessandro Haber per Psyco e di Malika Ayane per Spaccacuore, una delle canzoni più famose del repertorio di Bersani. Al momento di cantare Il pescatore di asterischi fa la sua apparizione Marco Mengoni, mentre Piera Degli esposti introduce En e Xanax. C'è poi spazio per i Musica Nuda in Come due somari e per Pacifico, con il quale duetta nell'ultimo singolo scritto insieme Le storie che non conosci e ne Le mie parole. Carmen Consoli presta la sua voce per Giudizi Universali e Caparezza regala un'inedita versione in chiave rap di Chicco e Spillo. Fabio De Luigi, assente, entra in scena con la sua voce per un breve monologo in cui presta la parola al leggio - immancabile - di Bersani.
«Credete che dopo 400 concerti lui legga ancora i testi? Vi sbagliate li corregge a mente», è l'affettuosa presa in giro per il cantante che non fa mai a meno dei suoi testi, come fossero una consolante coperta di Linus.
Tra tutti, però, manca un amico che non c'è e non potrà esserci mai più, e che pure riesce a far sentire la sua presenza.
«Lucio Dalla sarebbe stato felice di venire in una serata così», è l'omaggio di Bersani che nel ricordare l'amico e mentore si commuove, perde il filo, si fa venire il magone davanti a una platea che gli regala la standing ovation. «Basta, non applaudite, se ci fosse lui si arrabbierebbe e vi direbbe di lasciarmi stare perchè devo cantare e con il magone non si può».
Per l'omaggio a Lucio arriva sul palco, a sorpresa, un altro bolognese doc, Luca Carboni: insieme cantano Canzone, testo di Bersani e musica di Dalla.
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