MILANO. «Non è altro che un album pop, però di questi tempi è già tanto»: con la sua proverbiale modestia Max Pezzali ha presentato a Milano 'Astronave Max', nuovo disco di inediti che segue di 4 anni 'Terraferma'. L'album prende il suo nome da un gioco di parole con il titolo della canzone 'Astronave madre', dedicata ai centri commerciali visti come «non luoghi», ma il senso è anche più profondo: «Quella dalla mia astronave è un'orbita geostazionaria, abbastanza vicino per vedere i dettagli e lontano per guardare le cose in prospettiva». Questo nuovo punto di vista si nota in tracce come 'Ogni giorno una canzone', dove il protagonista immagina di portare la compagna in orbita per capire che «le cose sembrano enormi e ineluttabili solo finchè ci sei dentro»; o in 'Generazioni' e 'Come Bonnie e Clyde' dove guarda ai ragazzi di oggi «che non vanno considerati alieni». Il bisogno di allontanarsi per guardare alla vita con oggettività è forte in 'Sopravviverai', prossimo singolo in uscita venerdì 29 maggio che affronta anche la sua recente separazione: «Mentre stai soffrendo per amore pensi che non passerà mai, ma non è così». Il mood del disco insomma è positivo: «Questi sono tempi di grandi opportunità non solo di grandi problemi: con tutti i difetti è un'epoca molto stimolante». La storia non va mai indietro, dice Max, che anche nell'intimo affronta il passare del tempo e delle generazioni, come canta in 'Niente di gravè: «La scorsa estate ho osservato mio padre e mio figlio giocare insieme nel giardino di casa e ho avuto la consapevolezza netta che ormai non ero più quello che doveva essere protetto, che ero diventato io il capitano della nave». In un disco che guarda soprattutto al rock FM americano contaminandosi spesso con l'elettronica spiccano la country 'Il treno' e 'Fallo tu' che sembra riportare in luce l'atmosfera dei primi 883: «Per me è una sorta di 'Non me la menare' 3.0, perchè certe cose non cambiano mai nelle incompatibilità fra uomini e donne, e quello che mi chiedevo da ragazzo non fa che acuirsi». E a ribaltare questo teatrino - «Peraltro applicabile in tutti gli uffici italiani!», commenta Claudio Cecchetto, produttore del disco con Pierpa Peroni e Davide Ferrario - ci pensa l'ultima strofa cantata da Syria, unica ospite del disco: «Dopo tutte le compilation celebrative penso che se mi vedono di fianco a un altro cantante mi lanciano qualcosa addosso!», scherza Pezzali. Se temi e motivi classicamente pezzaliani ritornano, come le moto in 'La prima in basso' o le similitudini fra provincia e città in 'Superstar', è perchè secondo Max il viaggio spaziale non è mai una fuga verso l'infinito ma un ritorno a casa: «Nelle mie canzoni io devo riuscire sempre a raccontare una storia e quindi raccontare me stesso, non riesco nemmeno a scrivere una canzone impressionista, mi sembrerebbe di non dire niente». Anche per questo il cantante si considera un alieno del pop: «Mi sento un po' orfano della vecchia idea di pop: mi piace cercare che l'album suoni diverso canzone dopo canzone, che sia meno concept e più compilation». Se nelle prossime settimane il cantante incontrerà i fan negli store delle principali città italiane, in autunno l'astronave Max discenderà anche nei palazzetti con un tour, ancora da svelare, che partirà da Ancona (Palarossini, 25 settembre) e toccherà fra le altre Firenze (2/10), Roma (8/10), Bari (Palaforio, 15/10), Bologna (22/10), Torino (24/10), Genova (27/10), Verona (31/10) e Milano (6 e 7/11).