ROMA. ''Erano almeno dieci anni che stavo dietro a questo spettacolo. E' uno dei pochi che a Londra mi hanno sempre fatto uscire dal teatro con le lacrime agli occhi''. Ora Massimo Romeo Piparo c'è riuscito e il 5 maggio al Sistina di Roma debutterà, per la prima volta in Italia, ''Billy Elliot'', il musical tratto dal film del 2000 di Stephen Daldry, di cui firma la regia e l'adattamento italiano. Ambientata nell'Inghilterra bigotta dell'era Thatcher, delle fabbriche che chiudono e dei lavoratori in rivolta, la storia racconta di un ragazzino di 11 anni, interpretato dal giovanissimo Alessandro Frola, figlio di un minatore, che a dispetto di usi e imposizioni ai guantoni da pugile preferisce le scarpette da ballo. La sua passione e la voglia di farcela saranno più forti di ogni imposizione, così come l'amicizia tra adolescenti che supererà ogni discriminazione di orientamento sessuale. ''E' una storia vera, di grande forza espressiva'', spiega Piparo, che chiude così la trilogia prodotta con la Peep Arrow Entertainment sulle storie più amate del cinema europeo (dopo ''The Full Monty'' e '' Jesus Christ Superstar'') e mette il secondo tassello di quella dedicata all'infanzia, che dopo ''Tutti insieme appassionatamente'' proseguirà la prossima stagione con ''Bellissima''. ''Credo sia importante raccontare ora una storia così - dice - Già leggendo il copione, molti si commuovono. Abbiamo tutti una sensibilità diversa: è l'Italia, l'Europa, che stanno cambiando pelle. E' finita l'era della bella vita, dei week end costosi. Si preferisce una serata tra amici a una cena in un ristorante alla moda. Anche a teatro, gli show tutti lustrini e paillettes non bastano più. Lo avevo notato già con 'Full Monty', la gente vuole spettacoli che siano un pugno nello stomaco, che tocchino l'anima con storie in cui riconoscersi. In 'Billy Elliot' c'è davvero tutto: il rapporto padre-figlio, il maestro-allievo, la figura della madre, i rapporti sociali. E' una storia molto inglese, ma che racconta un periodo come quello tatcheriano che ha segnato per 20 anni tutta l'Europa''. Con i testi e il libretto di Lee Hall (autore anche della sceneggiatura del film) e le musiche firmate da Elhon John, la versione originale di ''Billy Elliot The Musical'' ha debuttato nel West End londinese nel 2005, vincendo subito quattro Laurence Olivier Awards. Da lì è approdato a Broadway nel 2008, premiato da altri dieci Tony Awards e altrettanti Drama Desk. In Italia, a Roma e poi in tournèe la prossima stagione, arriva con l'Orchestra diretta dal Maestro Emanuele Friello e ''due ore e mezzo di emozioni - prosegue Piparo - tra numeri da gran varietà, tip tap e grande brio''. E soprattutto con una giovane stella per protagonista, scelta tra oltre 1.200 aspiranti: Alessandro Frola, occhi chiari, sguardo timido, ma ''doti straordinarie'', assicura il regista. Nato a Parma e figlio d'arte, a soli 14 anni ha già un curriculum da piccola étoile, che l'ha portato a danzare con borse di studio all'American Ballet di New York e al Royal Ballet di Londra e poi a Parigi, Berlino fino in Messico. Con lui, Luca Biagini nel ruolo del padre Jackie Elliot; Sabrina Marciano in quello di Mrs. Wilkinson (la maestra di danza che scopre il talento di Billy); Cristina Noci nel ruolo della nonna, Donato Altomare ed Elisabetta Tulli, rispettivamente il fratello e la mamma di Billy. Più 30 performer coreografati da Roberto Croce e una schiera di piccoli talenti come Christian Roberto, Simone Romualdi e le Children Tappers, la classe di danza delle bambine dove Billy scopre la sua passione.