ROMA. Ventisette canzoni, oltre due ore di concerto, 8500 le persone che venerdì sera hanno riempito il Palalottomatica di Roma. Francesco De Gregori ha scelto la Capitale, la sua città, per il debutto del Vivavoce tour, il live con il quale il Principe presenta dal vivo l'omonimo doppio album, già doppio disco di platino, che lo porterà in giro per l'Italia. Trentaquattro le tappe fissate, la prossima è al Forum di Assago-Milano. Anche qui, il concerto sarà aperto dal cantautore romagnolo, Paolo Simoni.
De Gregori sale sul palco, come sempre con il cappello in testa, gli occhiali scuri e la chitarra sotto braccio, e intona «Finestre rotte» e subito dopo «Viva l'Italia». Poi lascia la chitarra, prende la fisarmonica e si esibisce con «Caterina». Alterna suoni rock e suoni folk. I tantissimi giovani nel parterre del Palalottomatica cantano 'Niente da capirè e 'Rimmel' dall'inizio alla fine, e ballano sulle note di 'Chiudi la porta e va in Africa, Celestino".
«È una scaletta molto ricca e molto varia», spiega De Gregori dopo il concerto. «Mi sono tenuto fedele a quella che è la scaletta di 'Vivavocè, un disco che nasce già con l'idea di inserire certi pezzi piuttosto che altri. Ma ci sono anche brani che non fanno parte del disco, altri ancora meno noti come 'Mayday' e 'La testa nel secchiò. Insomma, ho voluto recuperare canzoni che mi piacciono ma anche regalare al pubblico quello che si aspetta. So che non posso presentarmi sul palco - prosegue De Gregori - in un concerto come questo e non fare certe canzoni, sarei uno stupido e uno scorretto. In questo senso non posso non eseguire canzoni come 'Rimmel', 'La donna cannone" e 'Generale", perchè è giusto che la gente le possa ascoltare dal vivo ed è giusto fare contento il mio pubblico». «Al tempo stesso - aggiunge - avverto l'esigenza di decidere cosa dire, cosa trasmettere, anche in maniera piuttosto spontanea. Devo dividere tra la parte che comando io e quello che vuole invece il pubblico. Non è un atteggiamento arrogante, il mio, ma semplicemente onesto».
A metà concerto, a sorpresa, fa irruzione sul palco Ambrogio Sparagna. «È stata un'emozione suonare con lui 'La ragazza e la minierà. Ma mi emoziono anche sulle canzoni che emozionano gli altri. Se canto da anni 'La donna cannonè non vuol dire che io non provi niente. Emozione non vuol dire che scoppio a piangere, ma che sento vibrare qualcosa dentro me. A volte un semplice accordo, suonato da un componente della 'bella bandà, può suscitare in me grandi emozioni. Sì, mi emozione ancora».
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