ROMA. «Ho visto che stanno anche mettendo mano alla Costituzione, devo sbrigarmi a fare questo spettacolo prima che mettano mano anche ai Dieci Comandamenti». Roberto Benigni torna su Raiuno, due anni dopo 'La più bella del mondo', la serata evento del dicembre 2012 dedicata alla Costituzione che superò i 12 milioni di spettatori, e raddoppia: non un appuntamento, come si pensava, ma due, il 15 e 16 dicembre in prime time. «Ho fatto uno spettacolo sulla Divina Commedia, sulla Costituzione, ora sui Dieci Comandamenti, penserete che mi sono montato la testa. Il prossimo anno vi prometto l'esegesi dei sette nani». Il comico toscano dà il suo annuncio dalla sede Rai di Viale Mazzini, e anche questo è un evento: prima uno show per i fotografi davanti al Cavallo e poi un ingresso alle spalle dei giornalisti a conferenza stampa in corso. «Quarant'anni in Rai, ma è la prima volta che mi ritrovo qui nella Sala degli Arazzi», rimarca lo stesso artista, appena seduto accanto al dg Rai Luigi Gubitosi e il direttore di Rai1 Giancarlo Leone. Poco dopo fa sapere che nel futuro non c'è solo televisione, ma anche il ritorno al cinema quasi dieci anni dopo l'ultimo film La tigre e la neve: «Sto preparando il prossimo film, ho un grande desiderio di tornare a fare cinema dopo molto tempo. Siamo alla fase della preparazione del soggetto» che - rivela il regista - «non sarà religioso». Ora però tocca al piccolo schermo. Dal '72 in poi, sulla Rai per Benigni tanti spettacoli, ma anche semplici apparizioni: l'ultima quasi un mese fa nella puntata d'esordio di Ballarò, quando concesse un'intervista a Massimo Giannini. «Il tema dei Dieci Comandamenti è il più emozionante di tutti - sottolinea il regista -. Tutti sono convinti di conoscerli, ma spesso fanno confusione. Quando ho iniziato a leggerli mi sono reso conto che sono uno più bello dell'altro, hanno segnato il mondo intero: sono il riassunto di tutto, sono parole vive che contengono la morale, l'etica. Sono il più grande spettacolo per eccellenza, sia religioso che laico». Nessuna voglia di trascendente, però: «Fare uno spettacolo sui Dieci Comandamenti non ha nulla a che fare con il misticismo - spiega -. Ha a che fare con il senso religioso, che esiste anche se si parla ad esempio di politica, questo spero ci sia sempre in tutto il mio lavoro». Un evento messo in piedi con l'aiuto di esperti, studiosi laici e religiosi. «Avrei fatto anche dieci serate - confessa -, il materiale era tanto e abbiamo deciso di farne due». Nello spettacolo, come nello show di due anni fa, non mancherà l'attualità: «A Renzi voglio bene, lo sapete - ironizza Benigni -. Di Silvio Berlusconi abbiamo parlato per vent'anni, ora abbiamo Matteo Renzi: ci dicevano voi comici rimpiangerete Berlusconi e invece c'è sempre qualche nuovo spunto a cui ispirarci». Un assaggio di satira arriva già oggi: «I Dieci Comandamenti sono la storia di un uomo disperato che sale sul Colle - scherza il comico - dove gli vengono date leggi senza possibilità di discutere. Meno male che erano dieci leggi, pensa che discussione se si arrivava al Comandamento 18». E già, l'articolo 18: l'attore preferisce non rivelare la sua opinione sul tema specifico, ma parla di disoccupazione: «Non solo è sparito il lavoro, ma anche la parola, ora si dice job». Un pensiero anche all'alluvione di Genova: «C'è incredulità per quello che succede, soprattutto se si guardano le cause. Non si rispettano tre comandamenti: non dire falsa testimonianza, non rubare e non ammazzare. C'è una piaga su quella città, una punizione venuta non da Dio, ma dagli uomini».