BRUXELLES. La sua carica seduttiva è immutata, la sua famosa voce un po’ roca è sembrata ancora più profonda e conturbante sentendola esprimere in francese. Claudia Cardinale è stata accolta al Palais des Beaux-Arts (il Bozar) di Bruxelles da un’ovazione di appalusi per la presentazione nella capitale europea della versione integrale restaurata in digitale del Gattopardo di Luchino Visconti in occasione del Semestre italiano di Presidenza, alla presenza dell’ambasciatore Stefano Sannino.
Teatro pieno, standing ovation per la pratagonista del film ma anche per la Sicilia e la sua cultura espressa nel romanzo di Tomasi di Lampedusa e riproposta da Luchino Visconti in un film che è “una costruzione perfetta” e la Cardinale nel film è “un’apparizione, un sogno” ha detto il direttore del Bozar Paul Dujardin nel presentare la serata.
“In me c’è molto di Sicilia – ha spiegato la Cardinale intervistata sul palco, prima della proiezione, dal giornalistaNicolas Crousse –. Le origini della mia famiglia sono vicino Palermo. Ma quando sono arrivata in Italia dalla Tunisia non capivo una parola in italiano, e quando ho girato ‘I soliti ignoti’ di Monicelli non capivo nulla di quello che si diceva intorno a me” ha raccontato divertita l’attrice. Una donna che, malgrado il successo e i 140 film girati, e con i più grandi registi, è restata timida, schiva, semplice: “odio essere considerata una star, i paparazzi non ti lasciano uscire”, “Visconti era un uomo di una cultura immensa, eravamo vicini di casa ed insieme guardavamo Sanremo” ha confessato con semplicità la Cardinale, “Fellini era sempre al telefono, Visconti invece parlava poco ma con me è stato sempre pieno di attenzioni”, e ancora “non ho mai voluto posare nuda, credo che una donna sia più seducente vestita” così come “non ho voluto mai fare un lifting per restare me stessa”.
Una donna che ha confessato di adorare viaggiare, esplorare, che non ha perso l’entusiamo per la professione d’attrice, “che mi ha permesso di vivere più vite, ma devi essere forte dentro per fare questo mestiere” ed è molto contenta quando qualche giovare regista, magari esordiente, la chiama per una parte. Affermazioni accolte con calorosi applausi da parte della platea così come un lunghissimo applauso ha chiuso la proiezione di un film così bello, ricco e profondo che ogni volta che si rivede, come è stato detto nell’introduzione alla serata, procura un piacere sempre maggiore.
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