Lunedì 06 Maggio 2024

Mostre, se un universo taglia forte diventa arte

PALERMO. Una canzone di molti anni fa di Francesco De Gregori arriva veloce al cuore e alla mente come le donne belle e morbide dei quadri di Francesca Cannatella. Ricordano il sogno e la magia de La donna cannone, canzone tra le più belle e amate dagli estimatori del cantautore italiano.
C'è un vissuto nelle pitture di Francesca Cannatella, 28 anni, come 28 sono i quadri che espone nella prima personale. Fra contrasto di colori esotici e forme arrotondate e voluttuose, c'è la storia di una bambina grassottella che amava la danza sulle punte. Di un’ adolescente bulimica a disagio con sé stessa e con gli altri. Ma c'è anche la storia di una ragazza che tutto questo ha voluto superare ed è diventata donna.
Non a caso si intitola Metaformosi la mostra che si inaugura domani, alle 19, alla galleria Artetika in via Noto 40. Curatore dell'esposizione è Kino Mistral, un'artista che del colore ha fatto il suo segno contraddistintivo e con i contrasti ci lavora da sempre.
Ventotto tele in tutto di dimensioni diverse che ritraggono figure femminili in dolce attesa e altre raggomitolate su sé stesse in posizione fetale. E se ce ne fosse bisogno per spiegare l'evoluzione personale di Francesca Cannatella, come donna e come artista, ci viene in aiuto una figura leggendaria della filosofia cinese, Laozi: «Quella che il bruco chiama fine del mondo, il resto del mondo chiama farfalla».
Studentessa del liceo artistico e poi dell'Accademia di Belle Arti del corso di Decorazione, Francesca Cannatella non ha difficoltà a raccontarsi. «Sono stata sempre a dieta - dice - dall'età di otto anni. A 16 pesavo 90 chili e mi sentivo derisa dal mondo intero. Piangevo quando tornavo a casa dopo la lezione di danza. Piangevo quando tornavo a casa da scuola. Piangevo mentre provavo dei vestiti nel camerino di un negozio - fa una pausa e poi dice: Piangevo sempre e mangiavo. Durante la mia vita ho perso e ripreso chili tante volte». Poi si è dedicata più intensamente alla sua passione, la pittura. Non ci sono ore del giorno e della notte quando deve completare un quadro. Dipingere l'ha aiutata a ritrovare la sua dimensione. Anche una rinnovata forma fisica.
I suoi quadri parlano di lei anche non solo attraverso le figure femminili, ma anche attraverso i simboli: una volta può essere un albero, verde lussureggiante o spoglio. Un'altra volta può essere un fior di loto. «Significa speranza e rinascita», dice prontamente la giovane artista. Oggi sta meno bene il suo cuore provato da un amore lungo, difficile e sofferto. Anche questo passaggio della sua vita lo racconta in pittura, in un trittico: nascita, incontro e abbandono. «Voluto o no - dice - in amore si vive l'abbandono». «E in faccia ai maligni e ai superbi il mio nome scintillerà - cantava De Gregori -. Dalle porte della notte il giorno si bloccherà, un applauso del pubblico pagante lo sottolineerà». La mostra è gratuita, ma gli applausi sono graditi. Lo pensa anche Francesca.

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