Martedì 07 Maggio 2024

La Palermo che sbarca il lunario nel nuovo romanzo di Vetri

CATANIA. Con una lingua diretta, colloquiale, tra nostalgia e stupore, Nino Vetri ha scritto il romanzo della Palermo metropolitana. Dove la signora Licata vive gomito a gomito con Mohamed, Irina, Ranjan, Bobita. E anche se la signora Licata preferisce chiamare Mohamed con il nome a lei più familiare di “Salvatore”, lui e gli altri restano sempre al centro della scena come soggetti unici e irripetibili. “Anime vive”, insomma, e non “categorie” distinte e distanti – moldavi, tamil e nordafricani, ortodossi, buddisti e musulmani…. – da guardare con diffidenza. Ha ragione Andrea Camilleri, che di “Lume lume” (Sellerio, pp. 131, € 12) ha scritto la prefazione: il libro di Nino Vetri è un “manuale di convivenza col mondo”.
Già autore del libro “Le ultime ore dei miei occhiali” pubblicato sempre da Sellerio, Vetri è innanzitutto un musicista. Non a caso, una canzone popolare rumena – “Lume lume”, appunto – gli fornisce lo spunto di quest’ultimo lavoro. La ballata lo suggestiona con timbri e note, ma soprattutto con quel titolo che in italiano significa: “Gente, mondo”. Un mondo di gente che si ritrova a Palermo per sbarcare il lunario e magari evitare il rimpatrio, ma soprattutto per raccontare una storia, purché qualcuno sia disposto ad ascoltarla. Esperienze, civiltà. Un piccolo tesoro di cui Mohamed, Irina, Ranjan e Bobita sono depositari, pronti a farne omaggio a quanti vogliano raccoglierlo e spenderlo, così come fa Nino Vetri, per riscoprire le proprie radici e fare i conti col passato ma anche per leggere il presente con partecipe ironia. Un esempio ? La pagina, acuta e leggera, dedicata alla “processione della santa patrona locale” in cui “gli unici che pregano con le teste appoggiate al carro … sono quelli che vengono da Sri Lanka, sia tamil che cingalesi … e anche il carro della santa non è più quello tradizionale, la sua progettazione viene ogni volta affidata a qualche artista di fama mondiale …. come se il papa chiamasse Calvin Klein per rendere più moderna la via crucis del Venerdì Santo”.

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