Palermo. Il 20 marzo, alla Basilica di San Francesco ad Assisi, nel chiostro dei Morti, in mostra la Via Crucis di Pippo Madè. Diciotto stazioni in cui la Sicilia prende forma tra arte e vocazione. L’opera si compone di lastre, realizzate dall’artista palermitano con lava dell’Etna e maioliche di Santo Stefano di Camastra. Frutto di due anni di lavorazione. Qui il tratto a matita del pittore e le sue espressioni cromatiche danno materia al dramma della crocifissione. Mentre il profondo senso religioso lo infonde di tensione. Il dolore e la speranza di resurrezione raccontate trovano, nella silenziosa cornice trecentesca del chiostro, il palcoscenico ideale dove prendere vita. Luogo in cui rimangono ancora intatti i capolavori di artisti del Trecento.
Il pellegrinaggio, inserito in edicole, sarà esposto nel perimetro est. Nei dipinti è forte il ricorso agli elementi iconografici dell’Isola: dai colori e contrasti, ai limoni, al triangolo. Presente anche un omaggio alla città di Palermo, attraverso uno dei simboli più caratteristici della città, monte Pellegrino, che nelle lastre prende il posto della montagna sacra. A legare idealmente le edicole esposte è la lastra circolare con la Gerusalemme celeste. “L’uso della geometria circolare unisce idealmente le lastre – spiega Madè –. Un segno riconoscibile in una lettura unificata delle tappe del calvario”. Per il pittore la più suggestiva rappresenta il dolore di Maria quando incontra Gesù: “Maria non osa neppure sfiorare le piaghe: sta vivendo il dolore femminile più grande, la perdita di un figlio”.