
Le terapie e la vita ospedaliera, nonché la richiesta dei medici di «riposo assoluto» non fermano Francesco. Oggi è arrivata una nomina importante, quella di suor Raffaella Petrini a capo del Governatorato. Annunciata nelle settimane scorse nell’intervista tv con Fabio Fazio, oggi Francesco ha deciso di metterla nero su bianco anche se la scelta della «governatrice», come l’ha chiamata lo stesso Papa, partirà solo dal primo marzo.
Un colpo d’acceleratore che fa seguito alle diverse nomine fatte nei giorni scorsi per le diocesi degli Stati Uniti, punto del pianeta delicato con la nuova amministrazione Trump. Ma il Papa di recente ha anche voluto confermare nei ruoli di decano e vice-decano del collegio cardinalizio due dei porporati di sua maggiore fiducia, Giovanni Battista Re e Leonardo Sandri.
Domani Francesco non reciterà l’Angelus ma comunque invierà un testo: altra decisione che mostra come non si voglia fermare del tutto e comunque fare il Papa anche dal letto di ospedale. Francesco ha fretta. L’età, 88 anni, e le tante fragilità fisiche spingono per le decisioni che di fatto disegnano il Vaticano negli anni futuri. Una donna, e non più un cardinale come era nella tradizione, prende dunque le redini del potere esecutivo del più piccolo Stato del mondo, ma anche tra i più centrali a livello geopolitico. Una nomina che segue quella della prefetta del Dicastero per gli istituti religiosi, suor Simona Brambilla, decisa il 6 gennaio. In entrambi i casi si tratta di scelte senza precedenti per la Chiesa dalle quali sarà difficile tornare indietro. Ma il Papa ha comunque voluto fissarle per tempo.
Si avverte dunque una accelerazione, spiegano osservatori vaticani, di mettere tutte le caselle al loro posto ma anche la volontà di dimostrare che la malattia non piega la tenacia di questo Papa. Alle domande sulla sua salute, spesso risponde ridendo: «Ancora vivo». Un messaggio che sembra solo una battuta ma risuona anche oggi come un preciso messaggio, «io ancora sono qui». Per questo ha deciso di pubblicare tre nomine pur dal letto dell’ospedale (oltre a suor Petrini, Francesco ha scelto due nuovi vescovi per altrettante diocesi africane).
Suor Petrini, classe 69, ha tutte le carte in regola per diventare il capo dello Stato Città del Vaticano, il braccio esecutivo della Santa Sede: dalla laurea in Scienze politiche alla Luiss al Master of Science in Organization Behaviour, alla Barney School of Business dell’Università di Hartford, Usa, fino alla Licenza e al Dottorato alla Pontificia Università San Tommaso d’Aquino, una delle più prestigiose nel panorama ecclesiastico; infine l’esperienza come segretario generale dello stesso Governatorato retto dal cardinale Fernando Vérgez Alzaga. Ma il fatto che tra quindici giorni prenderà il suo posto non era una decisione scontata per la Curia e Francesco l'ha voluta blindare.
Ci sono poi le nomine a Washington e Detroit, dove Bergoglio ha voluto mettere due vescovi a lui fedeli, puntellando la sua linea a favore dei migranti contro le decisioni di Donald Trump. In altri termini il Papa sceglie di non perdere tempo. Non l’ha mai fatto in tutto il suo Pontificato ma l’idea che il tempo corre, tra l’età e i malanni, sembra diventata una ulteriore spinta.
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