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Bici giù dai Murazzi: chiesti 16 anni per l'imputato maggiorenne

In Corte d’appello a Torino è stata chiesta una condanna a 16 anni per Victor Ulinici, uno dei maggiorenni accusati di aver lanciato, la notte tra il 20 e il 21 gennaio 2023, una bici elettrica dalla balaustra dei Murazzi, ferendo gravemente lo studente universitario palermitano Mauro Glorioso, rimasto tetraplegico.

Accusato di tentato omicidio, Ulinici, che oggi era in aula, era stato condannato in precedenza con rito abbreviato a 10 anni e 8 mesi, (la richiesta della pm Livia Locci era stata di 14 anni) ma la Cassazione aveva chiesto alla Corte d’Appello di Torino di ricalcolare la pena.

Un’altra ragazza maggiorenne aveva scelto il rito ordinario e il suo processo si è concluso lo scorso 9 gennaio con una condanna a 16 anni. Per i tre minorenni che quella sera facevano parte del gruppo sono state confermate, nel marzo scorso, le sentenze di primo grado, in abbreviato, con pene a 9 anni e 9 mesi, 9 anni e 4 mesi, 6 anni e 8 mesi. La sentenza Ulinici è prevista per il 4 febbraio.

«Abbiamo chiesto che venisse confermata la sentenza a 10 anni e otto mesi per il nostro assistito. - spiega l’avvocato di Victor Ulinici, Wilmer Perga - Nella sentenza la Cassazione ha motivato la ragione per la quale la giovane età è importante. Infatti la giovane età non è importante in quanto tale, ma in quanto determina l’immaturità. Quindi - ha aggiunto Perga - le attenuanti generiche secondo me ci stanno, al di là della gravità del fatto che nessuno mette in dubbio».

I genitori di Mauro Glorioso non erano presenti in aula. «I familiari di Mauro hanno tenuto a ribadire nel corso di questo giudizio di non riuscire ad assistere a quest’ulteriore,
speriamo ultima, fase processuale, per quel sentimento di profondo avvilimento che hanno provato quando hanno assistito al processo nei confronti dei minorenni e al processo nei confronti della maggiorenne in fase di udienza preliminare», ha spiegato l'avvocata della famiglia, Simona Grabbi.

«Mi hanno incaricato di venire a portare questa volontà e soprattutto il pensiero che rispetto al momento in cui è stata pronunciata la sentenza di condanna non è cambiato nulla. Nel senso che non c'è mai stata una condotta autenticamente riparatoria di Ulinici, non solo da un punto di vista materiale ma anche da un punto di vista di vera assunzione di responsabilità o di scuse dirette a Mauro Glorioso», ha concluso Simona Grabbi.

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