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Meloni indagata: la maggioranza fa scudo, Renzi e Schlein all'attacco

Elly Schlein Pd

Sui social si è scatenata la solidarietà della maggioranza nei confronti del Presidente del Consiglio. «Sono dalla parte di Giorgia Meloni, Matteo Piantedosi, di Nordio e di Mantovano. Difendo la separazione dei poteri e condanno scelte che suonano come una ripicca per la riforma della giustizia», scrive il leader di Forza Italia e vicepremier Antonio Tajani. Che prosegue: «Non credo che sia giusto aprire uno scontro da parte di alcuni magistrati nei confronti del potere politico, perché questo fa un danno alle istituzioni. Era secondo me un danno all'istituzione quello che hanno fatto alcuni magistrati mostrando la Costituzione. Quelli che lo hanno fatto forse dovrebbero studiarla un po' meglio e la dovrebbero conoscere un po' meglio visto che poi devono applicare le leggi».

Gli fa eco il numero uno della Lega e vice premier Matteo Salvini, che su X scrive: «Giorgia Meloni indagata per il rimpatrio del libico Almasri, avvisi di garanzia per il sottosegretario Alfredo Mantovano e i ministri Matteo Piantedosi e Carlo Nordio. Vergogna, vergogna, vergogna. Lo stesso procuratore che mi accusò a Palermo ora ci riprova a Roma con il governo di centrodestra. Riforma della Giustizia, subito!».

Critiche da Schlein e Renzi

Dall'opposizione una pioggia di critiche e attacchi: «Le questioni giudiziarie non attengono al nostro lavoro - dice la segretaria del Pd Elly Schlein - ma è sul piano politico che insistiamo dall'inizio chiedendo a Giorgia Meloni di non nascondersi dietro ai suoi ministri e venire lei domani in Aula per chiarire al Paese per quale motivo il governo ha scelto di riaccompagnare a casa un torturatore libico per il quale la Corte penale internazionale aveva spiccato un mandato di arresto».

«La scelta di rimpatriare il criminale libico è una scelta politicamente sbagliata, compiuta da Giorgia Meloni e da questo Governo. Sono stato tra i primi a definirla, in Aula, una follia. Penso che sia un errore clamoroso e marchiano sotto il profilo ''POLITICO'' - scrive invece Matteo Renzi - sul punto di vista giudiziario, invece, non mi esprimo. Non tocca a me giudicare e sono sinceramente garantista. Quindi non faremo a Giorgia Meloni quello che lei ha fatto a noi e alle nostre famiglie. Per noi la Presidente del Consiglio è innocente come chiunque è innocente fino a sentenza passata in giudicato. Noi non attacchiamo sul piano giudiziario: noi facciamo politica. E ho l'impressione che Giorgia Meloni voglia cavalcare questo avviso di garanzia - che è un atto dovuto - per alimentare il suo naturale vittimismo. La gestione della vicenda Almasri per noi non è un crimine: è peggio, è un errore»

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