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Dopo la caduta di Gheddafi nel 2011, Almasri ha iniziato a militare tra le forze armate libiche con un'esperienza nell’Apparato di deterrenza, una delle più importanti milizie impegnate nella lotta contro il terrorismo e la criminalità organizzata. Diventato uno dei comandanti di punta delle forze armate che controllano Tripoli, è cresciuto all’interno di questo apparato e raggiunto una posizione di grande rilevanza, operando dal quartier generale nell'aeroporto di Mitiga dove il Dacto coordina numerosi centri di detenzione, alcuni dei quali, secondo le denunce delle organizzazioni internazionali, sono utilizzati per imprigionare migranti intercettati dalla guardia costiera libica. Nel 2021 è stato nominato direttore dell'Istituto di riforma e riabilitazione della polizia giudiziaria di Tripoli. In questo ruolo, ha acquisito il controllo delle principali strutture carcerarie della capitale, tra cui Mitiga, Jdeida, Ruwaimi e Ain Zara.
La corte dell'Aia alcuni giorni fa ha spiccato un mandato d'arresto per il generale libico Almasri per i crimini di guerra e contro l'umanità commessi nella prigione di Mitiga dal 2011. Il provvedimento è scattato circa dodici giorni il giro in Europa di Almasri, che aveva attraversato Regno Unito, Belgio, Germania Francia, Olanda e Svizzera. Domenica 19 gennaio, Almasri era arrivato a Torino ed è stato fermato e messo in carcere dalla polizia italiana, ma rilasciato il 21 gennaio su disposizione della Corte d'appello a causa di un errore procedurale: si è trattato di un arresto irrituale, perché la Corte penale internazionale non aveva in precedenza trasmesso gli atti al ministro della Giustizia. Infine è stato rimpatriato dall'Italia su un volo di Stato, scatenando accese proteste dell'opposizione e della stesa Corte penale internazionale.
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