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Arresto e rilascio di Almasri: lo scontro tra Roma e l'Aia sulle procedure e le date

Nordio, "sui dossier situazione estremamente grave"

Il generale libico, capo della polizia giudiziaria  accusato di torture, stupri e omicidi di migranti che sarebbero avvenuti in Libia dal 2015, ha girovagato per l'Europa dal 6 al 19 gennaio (giorno dell'arresto a Torino), superando indenne due controlli di polizia. Ma cosa ha fatto scattare il rilascio di Almasri? Un vizio di forma della mancata irrinunciabile interlocuzione con il ministro della Giustizia: la richiesta della cattura sarebbe dovuta passare anzitutto per le mani del Guardasigilli, poi sarebbe potuta finire sulle scrivanie dei magistrati. Passaggio che ufficialmente non è avvenuto anche se la Corte penale internazionale sostiene di avere fatto tutto secondo le regole. E aggiunge che l'Italia, ricevuti tutti gli atti, non avrebbe dato più nessun segnale fino alla scarcerazione.

Adesso, la Corte penale internazionale riferirà al Consiglio di sicurezza dell'Onu, che aveva sollecitato le denunce

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