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Siccità, la Sicilia tra luci e ombre: l’allarme ora scatta a Sud-Est

L’analisi del Servizio informativo agrometeorologico dopo le precipitazioni di dicembre

La diga Rosamarina
La diga Rosamarina

Una Sicilia divisa in più parti, con il versante messinese in netto miglioramento seguito dalla provincia di Palermo, il settore sud-occidentale che recupera qualcosa e quello sud-orientale che resta indietro e di molto. È la nuova fotografia del deficit pluviometrico scattata in queste ore dal Servizio informativo agrometeorologico siciliano (Sias), legata a doppio filo con lo stato di siccità e caratterizzata da forti contrasti, visto che nel mese di dicembre l’andamento delle piogge «ha ulteriormente accentuato le differenze nei bilanci tra le aree della regione, componendo un quadro sempre più eterogeneo, molto diverso da quello che a fine 2023 vedeva percentuali di deficit di precipitazione annuale più omogenei sul territorio regionale e quasi ovunque negativi».

La prevalenza di flussi atlantici o artici provenienti da Maestrale o da Tramontana, spiega il Sias, ha permesso abbondanti accumuli di acqua piovana e neve sul settore tirrenico e in minor misura sulla restante parte del settore occidentale, dove comunque gli apporti sono stati pari o superiori alla norma. Penalizzato, invece, il settore sud-orientale, dove il rialzo dell’asticella è stato poco significativo e notevolmente inferiore alla norma. La media regionale delle precipitazioni mensili è stimata pari a 103 millimetri, 11 in più rispetto agli standard di dicembre per il periodo 2003-2022. I massimi accumuli, di 321 e 318 millimetri, sono stati misurati in provincia di Messina dalle stazioni Sias di Cesarò Monte Soro e Caronia Pomiere, anche tenendo conto della neve che si è sciolta nei pluviometri dopo le copiose nevicate tra il 23 dicembre e il giorno di Santo Stefano: valori che potrebbero spiegare l’accelerazione nel riempimento della diga Ancipa durante le ultime settimane, quando l’invaso è passato da poco più di 600mila ad oltre sette milioni di metri cubi di acqua. Il minimo accumulo mensile, di circa 13 millimetri, è stato invece registrato in provincia di Ragusa, mentre il numero medio regionale di giorni piovosi è risultato pari a 11, lievemente superiore alla norma di dicembre e ampiamente variabile tra i 19 giorni con precipitazioni pari o superiori a 1 millimetro contati nel Messinese e i soli 4 giorni piovosi del Ragusano.

Il risultato? Dopo il mese di novembre, che «aveva dato un notevole contributo al recupero dei forti deficit accumulati sulla fascia ionica, dicembre ha avuto così lo stesso effetto sulla costa tirrenica. Nessun sollievo invece per il settore sud-orientale», dove il trend mensile «non ha fatto che accentuare, specie nell’entroterra, una scarsità di piogge tra le più gravi mai registrate nella storia meteorologica della Sicilia». Lo sa bene Vito Amantia, agrumicoltore Coldiretti operativo nella Piana di Catania, che in attesa delle perturbazioni previste sull’Isola nel prossimo weekend, per il 2025 vede nero: «Sul fronte siccità rischiamo di ripetere la stessa situazione del 2024, con gli alberi in grande sofferenza e una netta diminuzione del calibro delle arance nel prossimo raccolto».

 

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