L’omicidio si è consumato in una zona isolata e deserta ma soprattutto lontana da occhi indiscreti, come se l’assassino sapesse dove colpire senza il timore di essere scoperto. Il corpo di Salvatore Di Salvo, 69 anni di Borgetto, è stato trovato in contrada Cambuca, nella frazione di Grisì, in un tratto in aperta campagna tra Partinico e Monreale, a cui si può accedere solo lasciando la strada provinciale 30 che collega i due comuni dell’area metropolitana. Da lì è possibile immettersi in una trazzera, un sentiero sterrato che porta fino al canneto all’interno del quale si vedeva il suo fuoristrada Mitsubishi: l’uomo era a terra privo di vita, accanto alla portiera, praticamente nascosto dalla fitta vegetazione.
Di Salvo, dopo avere trascorso tanti anni come autista nell’Eco Burgus di Carini, la ditta che si occupa di raccolta e smaltimento dei rifiuti, era andato in pensione e si dedicava alla sua grande passione: faceva il bracciante agricolo occupandosi di alcuni appezzamenti di terreno che erano di sua proprietà e di altri che gli erano stati affidati e in cui lavorava assieme al figlio. Ed è stato proprio quest’ultimo ad accorgersi della tragedia e a dare l’allarme. Ieri mattina la vittima era uscita dalla sua abitazione, salendo a bordo della sua jeep per dirigersi verso i campi che distano a una ventina di minuti da Borgetto. Era previsto che il figlio lo raggiungesse poco dopo con un trattore ma, quando il giovane è arrivato, ha immediatamente capito che c’era qualcosa che non andava. Il mezzo del padre era lì ma di lui non c'era traccia. Preoccupato, ha cominciato a cercarlo fino alla terribile scoperta: il cadavere era abbandonato al suolo con i segni evidenti di colpi di arma da fuoco al petto e all’addome. Dagli accertamenti iniziali appare probabile che a sparare sia stato un fucile anche se sarà l’autopsia a stabilirlo con certezza.
La chiamata al 112 ha dato il via alle indagini, coordinate dalla Procura, sono condotte dai carabinieri del Comando provinciale, con la collaborazione dei colleghi della stazione di Partinico. La scena del crimine è stata immediatamente isolata per effettuare i rilievi sulla presenza di bossoli e di altre tracce che potrebbero fare luce sugli ultimi drammatici minuti di vita di una persona che è stata descritta da tutti come dedita alla famiglia e molto riservata. Di Salvo aveva precedenti per furto, reati minori contro il patrimonio ormai risalenti a molti anni fa: vecchie storie che non avrebbero niente a che fare con un delitto che finora sembra indecifrabile. All'apparenza, infatti, non ci sarebbero stati recenti dissidi economici o personali con altri agricoltori, né sarebbero emerse questioni economiche o tensioni con altre persone tali da fornire un possibile movente. Vista la dinamica dell’aggressione mortale, una delle ipotesi è che il killer - o i killer - conoscessero le abitudini di Di Salvo, sapendo esattamente quando e dove agire indisturbati. Non è escluso che l’anziano bracciante agricolo possa essere stato seguito fino al luogo dell’agguato o che possa avere fissato l’appuntamento con qualcuno, un incontro che poi potrebbe essersi trasformato in un regolamento di conti inaspettato.
Circostanze tutte da verificare anche se, in base a una prima ricostruzione, sembra confermato che, al momento dell’attacco, il sessantanovenne stava tentando di allontanarsi e di mettersi in salvo, come suggerirebbe la posizione in cui è stato rinvenuto il suo cadavere. In caserma sono stati sentiti parenti e amici per avere un quadro migliore delle sue relazioni: si cerca di capire se avesse ricevuto minacce o se ci fossero rancori personali mai manifestati mentre finora è escluso ogni legame tra quanto accaduto e la criminalità organizzata. Salvatore Di Salvo - ed è questo un particolare interessante che però allo stato attuale non avrebbe nessun collegamento con l’omicidio - era il fratello di Nicolò Di Salvo, titolare della società Quadrifoglio Group di Partinico, indagato per la strage sul lavoro del 6 maggio scorso a Casteldaccia in cui morirono cinque operai per le esalazioni tossiche fuoriuscite dall’impianto di sollevamento della rete fognaria. L'autopsia, che sarà eseguita nei prossimi giorni all’Istituto di Medicina legale del Policlinico, potrebbe fornire ulteriori dettagli sulle cause della morte che potrebbero diventare cruciali per l'esito dell’inchiesta.
Scopri di più nell’edizione digitale
Per leggere tutto acquista il quotidiano o scarica la versione digitale.
Caricamento commenti
Commenta la notizia