Venerdì 22 Novembre 2024

«Li ho uccisi tutti io», diciassettenne fa strage in famiglia nel Milanese

Inquirenti al lavoro dopo il triplice omicidio a Paderno Dugnano, 01 settembre 2024."Ho ucciso mio papà, venite": è quanto ha detto al 112 il ragazzo di 17 anni, unico sopravvissuto della strage in famiglia avvenuta nella notte a Paderno Dugnano (Milano). Il ragazzo ha spiegato di essere entrato in camera del fratello di 12 anni e di aver visto il padre seduto su una sedia con il coltello accanto e i corpi del fratellino nel suo letto e la madre a terra. A quel punto avrebbe preso il coltello e avrebbe pugnalato a morte il padre.ANSA/YURI LAUDADIO

Li ha colpiti uno dopo l’altro, con decine di coltellate, nella casa di mattoni beige dove fino a qualche ora prima si era respirata aria di festa. L’allucinante e drammatica dinamica del triplice delitto commesso da un ragazzo di 17 anni, che nella notte tra sabato e domenica ha ucciso suo padre Fabio, 51 anni, sua madre Daniela di 49 e il fratellino Lorenzo di 12 anni, nella villetta di famiglia a Paderno Dugnano (Milano), è stato lui stesso a raccontarla: il giovane ha confessato dopo un lungo interrogatorio all’interno della caserma dei carabinieri del comune milanese, ritrattando la sua prima versione. Non una parola invece sul movente, semmai sia possibile trovare una spiegazione ad un’esplosione di così tanta cattiveria. «Li ho uccisi io, da solo», ha ammesso agli inquirenti, sconfessando quanto detto questa mattina prima al 112 e poi ai carabinieri che erano arrivati a casa sua: a entrambi aveva infatti raccontato di aver ucciso il padre dopo aver scoperto che questi aveva a sua volta ammazzato la mamma e il fratellino. Ma fin da subito le sue dichiarazioni sono apparse lacunose e incoerenti. Dopo aver telefonato al 112 dicendo «venite, ho ammazzato mio padre», il giovane ha atteso l’arrivo della volante all’esterno della casa degli orrori, con l’arma del delitto poggiata a terra. Lì, nella via privata che suo nonno, noto costuttore edile, ha di fatto posto la prima pietra di un elegante comprensorio di villette dove abitava tutta la famiglia, nonni e zii inclusi, il 17enne ha subito ammesso la sua responsabilità per la morte del padre. Ha però mentito, spiegando di aver trovato il genitore seduto su una sedia con accanto il coltello usato per uccidere mamma e fratellino e di averlo impugnato a sua volta per ammazzarlo, nella stanza di suo fratello che è collegata alla sua. Alle stesse domande, poste inizialmente congiuntamente dai pm della Procura Minorile di Milano e di Monza, le sue risposte sono risultate non precise, fino a quando con le sue stesse parole si è contraddetto. Nel frattempo, il primo esame del medico legale svolto sui corpi delle vittime e i rilievi della scientifica all’interno dell’abitazione, hanno evidenziato che il numero maggiore di coltellate, si parla di decine, sono state inferte al 12enne, che al momento dell’aggressione era nel suo letto. Madre e padre sono stati invece trovati a terra, con indosso a loro volta biancheria da notte. È quindi possibile che i genitori, richiamati dalle urla del figlio minore, siano entrati nella stanza probabilmente in due momenti diversi e che forse il 17enne li abbia neutralizzati in qualche modo, prima di scatenare anche su di loro la sua furia inspiegabile. Una furia apparentemente senza movente, tanto che dopo essere crollato in una contraddizione dopo l’altra, il 17 enne non è riuscito a spiegare il suo gesto folle. «Non è stato ancora ricostruito e forse ci vorrà molto tempo per spiegare un gesto così atroce», ha appreso l’ANSA da una fonte giudiziaria. Le indagini dunque non sono affatto concluse: bisognerà scavare per ricostruire i rapporti all’interno della famiglia, apparentemente idilliaci, e andare a cercare, semmai sarà possibile trovarne qualcuno, i motivi che potrebbero aver spinto il 17enne a sterminare tutta la sua famiglia. Gli inquirenti sentiranno tutti coloro che ieri sera hanno partecipato alla cena per il compleanno del padre, per capire cosa possa essere eventualmente accaduto durante la serata, così come verranno esaminati i dispositivi elettronici del ragazzo e sentite le persone a lui vicine. Un modo per tentare di comprendere la cornice entro la quale è maturata la strage familiare. Di questa terribile tragedia, resta il capo chino della nonna, madre di Fabio, uscita con gli occhi sconvolti dalla caserma dei carabinieri e che ieri sera era in casa sua nella porta accanto, mentre suo nipote toglieva la vita ai suoi affetti più cari.

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