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Un arresto per l'omicidio di Sharon Verzeni, identificato l'uomo ripreso dalle telecamere

Ha trentuno anni ed è ritenuto responsabile di avere ucciso la barista. Nelle immagine lo si vede allontanarsi velocemente in bicicletta dal luogo del delitto

Si chiamava Sharon Verzeni la donna uccisa la scorsa notte a Terno d'Isola, in provincia di Brescia, e di professione faceva l'estetista. Era originaria di Bottanuco e da tre anni viveva a Terno d'Isola. FACEBOOK / Sharon Verzeni + ATTENZIONE LA FOTO NON PUO' ESSERE PUBBLICATA O RIPRODOTTA SENZA L'AUTORIZZAZIONE DELLA FONTE DI ORIGINE CUI SI RINVIA + NPK

Stanotte i carabinieri, coordinati dalla procura di Bergamo, hanno individuato, al termine di complesse e laboriose indagini, un trentunenne italiano, disoccupato, identificandolo nel soggetto ripreso dai sistemi di videosorveglianza del comune di Terno d’Isola mentre si trovava a bordo di una bicicletta e si allontanava velocemente dalla scena del crimine dell’omicidio di Sharon Verzeni.

Le ininterrotte investigazioni successive hanno permesso di raccogliere, a carico del trentunenne, ritenuto il presunto autore dell’omicidio, gravi indizi di colpevolezza, elementi probatori del pericolo di reiterazione del reato, di occultamento delle prove, nonché del pericolo di fuga, che hanno determinato la decisione del pubblico ministero di disporre un decreto di fermo di indiziato di delitto. I dettagli dell’indagine saranno riferiti nel corso di una conferenza stampa che sarà tenuta presso la procura della Repubblica di Bergamo alle 12.

Nelle scorse ore Maria Cristina Rota, procuratrice facente funzione a Bergamo, si era detta ottimista, a distanza di un mese dall’omicidio di Sharon Verzeni, la barista uccisa la notte tra il 29 e il 30 luglio a Terno d’Isola, in provincia di Bergamo, a coltellate intorno all’una di notte mentre passeggiava per il paese. «Abbiamo delle ragioni per essere moderatamente ottimisti - ha detto la procuratrice - di arrivare in tempi non lunghi alla soluzione del caso, ma in questo momento, vi prego, lasciateci lavorare in pace».

 

 

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