Le indagini della guardia di finanza di Catania dell’operazione Vasi comunicanti hanno fatto emergere «un sistema volto alla sistematica commissione di numerosi atti corruttivi» con multinazionali farmaceutiche che «usano la prassi di pagare mazzette sono forma di contributi per la formazione scientifica, finanziando eventi formativi». Lo scrive il gip Giuseppina Montuori nell’ordinanza di custodia cautelare emessa nei confronti di nove indagati per presunti casi di corruzione nella sanità. La richiesta di emissione del provvedimento è stata firmata dal sostituto procuratore Fabio Regolo vistata dal procuratore facenti funzione Agata Santonocito,
Secondo il giudice per le indagini preliminari le investigazioni e le intercettazioni delle Fiamme gialle avrebbero permesso alla Procura di «acquisire numerosi e significativi elementi indiziari» su tre multinazionali che «promettono e poi elargiscono ingenti somme di denaro fittiziamente convogliate in occasione dell’organizzazione di convegni e congressi di medicina finalizzati alla formazione, ma di fatto - osserva il Gip - allo scopo di ingraziarsi i primari operanti in gran parte delle strutture sanitarie della Sicilia Orientale».
Tutto questo, prosegue il giudice per le indagini preliminari di Catania, «in cambio dell’impegno da parte dei medici di favorire il migliore offerente garantendogli l’uso effettivo di un numero maggiore di dispositivi medici citati nel corso dei loro interventi chirurgici».
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