È stato pubblicato il report sulle difese anticrimine del settore bancario per il 2023. Con riferimento alla prevenzione, la videoregistrazione è risultato il sistema di sicurezza più diffuso seguito dai dispositivi di erogazione temporizzata del denaro (92,8%), dai dispositivi di allarme (87,6%), collegati prevalentemente ad una centrale d’allarmi aziendale, e dalle bussole (84,9%), sia mono che pluri - persona. Risulta in aumento l’utilizzo dei sistemi di videosorveglianza, presenti in oltre il 53% delle filiali. Lo rende noto la Fabi. «Fortunatamente quest’anno non si ha ancora notizia di rapine ai danni di dipendenze bancarie in Sicilia, anche se siamo ancora a gennaio - afferma Gabriele Urzì dirigente nazionale Fabi e responsabile salute e sicurezza Fabi Palermo - mentre lo scorso anno si è chiuso con ben undici colpi tra tentate rapine e colpi portati a termine nell’Isola. È interessante esaminare la diffusione delle misure di sicurezza antirapina previste nell’art. 5 del protocollo anticrimine in Sicilia. La bussola è presente all’88,2%, il metal detector 67%, il rilevatore biometrico 32,6%, la vigilanza 32,6%, la videosorveglianza 70,2%, la videoregistrazione 99,5%, il sistema anti camuffamento 28,6%, l'allarme antirapina 89,4%, il sistema di protezione perimetrale attiva/passiva 79%, il bancone blindato/area blindata ad alta sicurezza 32,9%, il dispositivo di custodia valori ad apertura ritardata 86%, il dispositivo di erogazione temporizzata del denaro 94,6%, la gestione centralizzata dei mezzi forti 19,3%, il sistema di macchiatura delle banconote 25,2% e il sistema di tracciabilità delle banconote 24,1%». «È assolutamente opportuno - conclude Urzì - incrementare la vigilanza armata presente soltanto nel circa un terzo delle dipendenze bancarie (32,6%), tenuto conto che circa la metà delle agenzie rientranti nel perimetro del protocollo anticrimine sono caratterizzate da un massimale di filiale superiore a 100.000 euro. E visti i conti economici delle banche credo che investire maggiormente in sicurezza non sia un problema. Il fattore umano fa sempre la differenza, soprattutto quando si parla di sicurezza».