I sindaci delle isole minori hanno protestato a Palermo, davanti a Palazzo dei Normanni, sede dell'Assemblea regionale, contro il caro-tariffe e per chiedere di non essere lasciati soli. Poi l'incontro con il presidente dell'Ars, Gaetano Galvagno, e con l'assessore regionale alle Infrastrutture, Alessandro Aricò.
I sindaci Domenico Arabia di Santa Marina Salina; Fabrizio D’Ancona di Pantelleria; Francesco Forgione di Favignana-Isole Egadi; Riccardo Gullo di Lipari-Eolie; Filippo Mannino di Lampedusa e Linosa; Salvatore Militello di Ustica; Giacomo Montecristo di Leni e Clara Rametta di Malfa sono preoccupatissimi: l’anno prossimo andranno anche a Roma per fare valere le loro ragioni.
«Tra vicende giudiziarie – esordisce Riccardo Gullo, coordinatore di tutti i sindaci - con relativi sequestri di navi, ricorso ad armatoria libera con aumenti da capogiro dei prezzi, l’ultimo dei quali del 20 per cento, incendi a bordo, guasti in navigazione e nei porti e carenza di manutenzione, le isole di Sicilia hanno subito notevoli danni. Alla popolazione isolana non può essere negato il diritto alla libertà di movimento e, di conseguenza, alla continuità territoriale, come abbiamo continuamento rappresentato alle istituzioni senza però ottenere i riscontri sperati».
I sindaci hanno annunciato che si recheranno a Roma al Ministero dei Trasporti e in Parlamento per chiedere una maggiore attenzione su quanto sta accadendo e la risoluzione immediata dei problemi riguardanti i collegamenti marittimi delle isole di Sicilia.
Dura la replica della Caronte & Tourist che si è affidata all’avvocato Antonio Salvatore Scordo: «Il costo dei servizi resi è frutto di procedure di selezione con gare internazionali e i rendiconti aziendali sono soggetti a verifiche di congruità e correttezza, non solo su parametri nazionali, ma anche comunitari. Il servizio è stato sempre contraddistinto da efficienza e tempestività, nella piena consapevolezza di garantire i collegamenti con le isole minori siciliane, proprio a tutela e nell’interesse delle esigenze delle popolazioni isolane e della continuità territoriale, finanche a garantire, talvolta, servizi a libero mercato senza contribuzione pubblica».
«L’aumento dei prezzi –ha puntualizzato ancora il legale - è solo il risultato di un meccanismo di adeguamento automatico previsto e disciplinato dalla convenzione stipulata e sottoscritta con il Ministero dei Trasporti e consegue, peraltro, dopo un lungo tempo di congelamento, durante il quale si è atteso l’eventuale adozione di misure di supporto alternative, le tensioni inflazionistiche e i rincari del carburante, che hanno interessato tutti i settori economici. Il sequestro delle navi è solo il frutto di una iniziativa giudiziaria, ancora in corso di definizione e alle battute iniziali, rispetto alla quale la società respinge con serenità e fermezza gli addebiti che le vengono formulate».
Foto notiziarioeolie.it
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