Minigonne sotto accusa e foto di matrimoni gay definite «raccapriccianti». È bufera sul legale d’ufficio di Filippo Turetta, l’avvocato Emanuele Compagno (nella foto), per i suoi post criticati perché «misogini e omofobi» dagli utenti del web. A Compagno, nel tempo libero giornalista e presidente della Pro Loco di Camponogara, in provincia di Venezia, oggi è stato affiancato l’avvocato Giovanni Caruso, professore ordinario di diritto penale all’Università degli Studi di Padova.
Una decisione presa anche in vista del fatto che le indagini la prossima settimana, con Turetta già in Italia, entreranno nel vivo con l’autopsia e l’interrogatorio. Ma non è escluso che sulla scelta abbiano pesato anche le uscite social di Compagno.
«Nella giornata contro la violenza alle donne è giusto ricordare che le vittime sono da entrambe le parti», scrive ad esempio su Facebook nel 2020, per commentare un articolo sull’«Allarme maschicidi». E ancora nel 2015 ad Halloween definiva «da p...» l’abbigliamento di alcune ragazzine accusate dal legale di indossare «una minigonna ascellare». «Non ho detto che lo sono, ma che erano vestite come», si difendeva a suo modo l’avvocato nei commenti critici degli utenti. Non passa, poi, inosservato nemmeno il video sullo stalking e sulle violenze sessuali, pubblicato anche su Youtube. «Le false accuse di molestie. Un fenomeno che sta crescendo», scriveva nel post su Facebook.
E ancora di abusi sessuali parlava Compagno nel 2021 commentando una puntata di «Cartabianca». «La donna veniva trattata come una menomata, come un’incapace. Se ubriaca è scusata. L’alcol è una scusante per la donna, mentre non lo è per l’uomo. Una totale deresponsabilizzazione della donna - sottolineava - come se fosse un oggetto incapace di auto-determinarsi». «Siamo arrivati a dei livelli di psicosi che addirittura pulire casa diventa “relazione tossica”», scriveva ancora nel 2021 in un altro post. «Questa psicosi che ci vuole stalker se corteggiamo una persona, vittime a ogni costo se una persona ci fa un complimento che deve essere vissuto come molestia in ogni caso», rincarava riferendosi a un episodio della relazione tossica vissuta e raccontata dalla scrittrice Selvaggia Lucarelli.
E tra una foto con il presidente del Senato, Ignazio La Russa, e il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, compaiono anche i diversi post omofobi, da quelli contro la legge Zan - che «come l’inquisizione sequestra la libertà di parola e strumentalizza anche i ragazzi, da indottrinare come cavie, a cui raccontare che la sessualità dipende da una scelta personale e non dalla natura», a quelli rivolti al cantante Valerio Scanu e al matrimonio col suo compagno. «È giusto banalizzare l’unione civile trasformandola in una pagliacciata, addirittura scopiazzando il matrimonio con gli abiti in bianco e nero?», si chiede commentando le foto dell’unione che trova «raccapriccianti». E poi ancora, nel 2018, le parole contro l’aborto, sulla legge 194 da «rivedere».
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