Sarà analizzato il cellulare di Matteo Di Pietro, lo youtuber ventenne al volante del Suv Lamborghini che mercoledì pomeriggio (14 giugno) si è scontrato con la Smart su cui viaggiava il piccolo Manuel Proietti, il bimbo di 5 anni morto nell’incidente di Casal Palocco, quartiere residenziale periferico di Roma. La procura della capitale nelle prossime ore affiderà un incarico a un consulente. Chi indaga vuole capire se ci siano video girati prima, durante o anche successivamente all’impatto. Nel tragico incidente, nel quale il piccolo Manuel ha perso la vita, sono rimaste ferite la madre Elena Uccello, 28 anni, e la sorellina di quattro anni.
Sulla vicenda interviene l'influencer Pirlasv. «Quello che è successo ai nostri amici è un tragico incidente. Ancora non si conoscono le dinamiche ma vi chiediamo se possibile di non scagliarvi contro di loro ma piuttosto di essergli vicini senza aggravare con brutte parole la situazione morale che sicuramente è già pesantissima», dice Pirlasv in una storia sulla pagina Instagram, pubblicando una foto con il collega youtuber dei Borderline, indagato per l’incidente di Roma. In un’altra storia l’influencer - che conta su Instagram 239 mila follower, e che su YouTube ha 1,38 milioni iscritti - esprime il suo cordoglio e «vicinanza ai familiari della vittima». In realtà, non è l’unico a difendere Matteo Di Pietro. Oltre agli insulti, infatti, molti sotto l’ultimo post dell’indagato, hanno cercato di difenderlo: «Tanti che commentano non hanno capito che prima si devono capire bene le dinamiche dell’incidente o no? Il video è stato messo comunque a spezzoni e dell’incidente non c'è traccia, quindi prima di giudicare» e insultare «informatevi bene», scrive un ragazzo, mentre un altro utente precisa: «Non riesco a comprendere tutta questa rabbia nei loro confronti non penso che loro volessero ammazzare la povera anima». Uno dei cinque youtuber, Vito Loiacono, ha scritto ieri su Instagram che il «trauma» che sta provando «è indescrivibile» aggiungendo però di non essersi «mai messo al volante» e di essere «vicinissimo alla famiglia della vittima». Gli altri del gruppo invece tacciono.
Matteo Di Pietro è indagato per omicidio stradale aggravato e lesioni. Di Pietro è risultato positivo ai cannabinoidi: nel suo sangue sono state trovate tracce di droga mentre è resultato negativo all’alcol test. Un quadro indiziario pesante per il giovane che era al volante del bolide preso a noleggio per compiere una sfida social assieme al gruppo di youtuber The Borderline: restare a bordo della Lamborghini per 50 ore di fila. Una challenge che era stata annunciata anche da un video sul loro canale da 600 mila follower. Chi indaga sta verificando se nelle fasi precedenti al tragico schianto gli altri quattro (tre ragazzi e una ragazza tutti della crew The Borderline specializzati in challenge sul web) a bordo della Lamborghini blu stessero effettuando dei video, con i cellulari, o stessero incitando il loro amico alla guida. Elementi che se confermati potrebbero portare all’iscrizione «in concorso» nel registro degli indagati. Determinante sarà l’analisi dei cellulari dei cinque ragazzi, già sequestrati mercoledì sera. In queste ore gli inquirenti stanno ascoltando alcuni possibili testimoni, mentre nei prossimi giorni verrà ascoltata la mamma della vittima. Gli agenti della polizia locale di Roma Capitale stanno mettendo in fila i tasselli dell’indagine: sono state anche analizzate le telecamere presenti in zona che potrebbero avere ripreso le fasi precedenti allo schianto. L’unica certezza, al momento, è che sull’asfalto non sono stati individuati segni di frenata. Per accertate a quale velocità viaggiasse l’auto la procura, comunque, disporrà una consulenza e altre verifiche verranno effettuate per capire se effettivamente quel tipo di auto potesse essere affidata a dei ventenni.
L’impatto, frontale, è stato violentissimo. «Ho sentito un botto terrificante e sono uscita. Non riuscivo ad avvicinarmi perché era una scena raccapricciante», ha raccontato una donna che abita a pochi metri dal luogo dell’incidente. Le condizioni del piccolo sono apparse subito disperate: il 118 lo ha rianimato, ma a nulla è servita la corsa in ospedale. «Dopo l’incidente - ha raccontato Alessandro Milano, amico della famiglia del piccolo Manuel - continuavano a filmare, il papà di un altro bambino li ha ripresi, gli ha urlato "Ma che c...fate?" e ha discusso con i ragazzi». C’è un video che gira a Casal Palocco di chat in chat. Si vede l’uomo che urla, la folla che lo trattiene, la Smart accartocciata, la Lamborghini distrutta. E un ragazzo di spalle, in primo piano, con la t-shirt della crew The Borderline e un cellulare in mano. «Continuavano a filmare e il bimbo era morto», ha ripetuto Alessandro.
Il papà di Manuel ieri mattina ha raggiunto, così come il resto dei familiari, la madre al Sant’Eugenio dove era stata trasportata dopo l’incidente. La 28enne è apparsa sotto shock, tanto da non ricordare le fasi dell’impatto. Le sue condizioni dal punto di vista fisico non sono gravi: nel pomeriggio di ieri è stata dimessa dall’ospedale così come la figlioletta che era stata trasferita, a titolo precauzionale, al Bambino Gesù.
La rabbia a Casal Palocco è veramente tanta. E anche il rimorso. «Siamo distrutti, questa macchina sfrecciava da giorni. Andavano fermati», ripetono in coro i cittadini del quartiere. «Questa macchina faceva avanti e indietro. Mi è rimasta impressa perché era molto bella come auto, ma dentro di me, vedendo alla velocità in cui andava, ho pensato: questi se prendono qualcuno lo uccidono», ha detto una signora. Alla concessionaria Skylimit rent, che ha affittato l’auto ai ventenni, non parlano. Per ora parla il loro sito: alla sezione Luxury le Lamborghini e le Ferrari si noleggiano a 2000 e più euro al giorno «senza carta di credito lasciando una cauzione di 25000 euro anche con assegno circolare oppure nessuna cauzione pagando un piccolo sovrapprezzo sul noleggio». Tanti soldi per dei ventenni, ma gli youtuber li avevano da sponsor e visualizzazioni.
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