Ci risiamo. L'azienda torna a battere cassa sulla pelle delle nostre famiglie. Nei venti mesi appena trascorsi la redazione del Giornale di Sicilia, con senso di responsabilità, ha accolto pesanti tagli di retribuzione e di organico (13 giornalisti in meno) per consentire di ammortizzare gli effetti della crisi. Ma l'azienda in queste settimane ha ricominciato a chiedere nuovi sacrifici, impossibili da sostenere perché impoverirebbero clamorosamente il giornale e imporrebbero riduzioni di stipendio enormi. E pensare che noi dopo anni di tagli inesorabili ci saremmo finalmente aspettati un piano di rilancio, una qualche forma di investimento per potenziare la presenza sul territorio e magari incrementare le vendite sia cartacee che digitali. Non si è avuto nemmeno il senso dell'opportunità e il tatto di evitare di entrare a piedi uniti contro la redazione nelle giornate in cui stiamo facendo il massimo dello sforzo per coprire avvenimenti di portata storica come la morte di Biagio Conte e l'arresto del superboss, Matteo Messina Denaro. I lettori sappiano che ogni giorno il quotidiano va in edicola per il grande impegno e senso di responsabilità di uno sparuto numero di redattori e dei collaboratori che svolgono un lavoro insostituibile: un vero miracolo. Ebbene, la direzione e l'editore hanno presentato un piano che vorrebbe ridurre ancora la presenza dei giornalisti in organico e addirittura eliminare l'edizione del lunedì, privando sostanzialmente i lettori di un appuntamento che dura da decenni e rappresenta un punto di riferimento soprattutto per gli appassionati delle cronache sportive. Diciamo le cose come stanno: un progetto irresponsabile, contro il quale questa redazione lotterà con tutte le sue forze a tutela di un giornale che è patrimonio dei lettori da 163 anni. Per questo anche mettere sul mercato la testata a questo punto diventa un'opzione che l'editore deve mettere sul piatto. Noi abbiamo iniziato una serie di iniziative di lotta corroborati dall'assemblea di redazione che ha affidato al sindacato 10 giorni di sciopero. Speriamo che la parte datoriale faccia un passo indietro e ragioni sullo sviluppo del giornale e non più di tagli. Il Comitato di redazione ------------------------ Il comunicato del Cdr sorprende per l’intempestività e la virulenza nei toni. Intempestività, perché segue una discussione già avviata e che ritenevamo potesse avere un risultato diverso, in quella sede di confronto che questa azienda comunque ha sempre auspicato e inteso perseguire. Ci preme però con i nostri lettori, chiamati in causa dal Cdr, condividere un dato sui costi di gestione: il lavoro domenicale comporta una maggiorazione del 155 per cento. Sostenibile? Sfugge probabilmente al comitato di redazione che il Giornale di Sicilia è un’azienda e come tale deve rispondere all'esigenza di un equilibrio economico e finanziario indispensabile a garantirne la continuità. Continuità per il Giornale e per i suoi dipendenti. Virulenza nei toni, perché non si tiene in alcun conto quanto è stato fatto in questi anni, facendo passare la società come un “esattore” che “batte cassa sulla pelle delle famiglie”. È troppo per chiunque, soprattutto per un editore che ogni anno ha dovuto ricapitalizzare per garantire investimenti e puntualità nel pagamento degli stipendi. La speranza resta quella di trovare una soluzione condivisa, fermo restando che l’azienda deve comunque mettere in atto tutte le procedure che le consentano di perseguire l’improcrastinabile obiettivo dell’equilibrio dei conti di gestione. L’Editore