Domenica 17 Novembre 2024

La birra, i gatti e la Baviera: l'altro Benedetto

Un Papa seduto al pianoforte con accanto uno dei suoi gatti. Era anche questo Benedetto XVI, un Pontefice che sapeva cogliere la bellezza della vita anche nell’arte, nella natura e nell’affetto per gli animali. La musica classica è stata la sua passione dai tempi dell’infanzia, trasmessa dai genitori e dal fratello maggiore che infatti è stato un musicista. Mozart era in cima alle note da lui preferite ma amava anche Bach e Beethoven. Restano al proposito le toccanti parole che pronunciò il 16 aprile 2007 nella Sala Nervi in occasione del concerto per il suo 80/o compleanno eseguito dall’Orchestra radiofonica di Stoccarda. “Nel guardare indietro alla mia vita, ringrazio Iddio per avermi posto accanto la musica quasi come una compagna di viaggio, che sempre mi ha offerto conforto e gioia». E poi il Mozart che ascoltava in ginocchio nella Messa di Natale. «Mozart - spiegava lui stesso - esprime con la universalità della musica ciò che le parole non possono manifestare, cioè Gesù che si incarna e si fa uomo». Il fratello Georg, morto nel 2020, visse di musica e per trent’anni, dal 1964 al 1994, fu il direttore del Regensburger Domspatzen, il coro delle voci bianche del duomo di Ratisbona. “Nella nostra casa - raccontava mons. Georg Ratzinger - tutti amavano la musica. Ho sempre pensato che la musica sia una delle cose più belle che Dio abbia creato. Anche mio fratello ha sempre amato la musica: forse l’ho contagiato io». Il maestro Riccardo Chailly diceva di vedere in lui «prima di tutto il musicista, il Papa musicista. Questa è una cosa straordinaria e molto diversa dal passato - spiegava -. Quindi non solo colui che ama la musica, ma che è particolarmente dedito, lui stesso, ad eseguire musica classica». Ma nel segreto della vita del Papa studioso e teologo c’era anche la natura, gli animali, a partire dai suoi amati gatti. Resta tra tutti un aneddoto raccontato, al momento dell’elezione di Benedetto XVI, dal cardinale Tarcisio Bertone: «Ogni volta che incontrava un gatto lo salutava e gli parlava, anche a lungo. E il gatto, affascinato, lo seguiva. Una volta si è portato dietro fino al Vaticano una decina di gatti. Sono dovute intervenire le guardie svizzere: ‘guardi eminenza, che i gatti stanno dando l’assalto alla Santa Sede...’», raccontava divertito colui che poi sarebbe divenuto il suo Segretario di Stato. Ma nel cuore di Benedetto c’è sempre stata anche la sua Baviera, con il folclore, la birra, le persone che gli volevano bene e hanno sempre continuato a recarsi a Roma per fargli visita e lasciargli respirare un pò di aria di casa. Quando compì 90 anni, ed era già Papa emerito, giunse una delegazione ufficiale dalla natia Baviera, e davanti al convento ‘Mater Ecclesiaè, nei Giardini Vaticani, si tenne una festa bavarese con tanto di grandi boccali di birra, i tipici bretzel e la musica eseguita da una compagnia di Schuetzen con i loro costumi folkloristici. A conclusione del festoso incontro, prima di impartire la benedizione a tutti i presenti, Benedetto XVI aveva ringraziato per averlo fatto tornare alla sua «bellissima terra». La birra, dunque, tra le cose che gli piacevano e che non disdegnava di bere; come anche era goloso dei dolci tipici della sua terra, come lo strudel. Il legame con la bevanda ispirò, in occasione della sua visita a Berlino nel 2011, una nuova birra: la ‘birra del Papà. Questa ‘Pils’ ecologica sarebbe «maturata durante i canti gregoriani, che le hanno dato un’anima», raccontava il suo eccentrico ideatore Helmut Kurtschat.

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