Trema forte la terra al largo delle Marche e torna la paura in quei paesi in cui un terremoto, nel 2016, causò morte e distruzione. Alle prime luci dell'alba, moltissimi marchigiani, soprattutto nelle zone di Fano e di Pesaro, sono stati svegliati da un sisma di intensità 5.5 con epicentro accertato a circa 30 km dalla costa marchigiana, con profondità 6-8 chilometri. Un minuto dopo ancora terrore per un'altra scossa fortissima, che i sismografi hanno registrato ad intensità 5.2. Più lieve ma altrettanto pericoloso il terzo terremoto che aveva una forza di magnitudo pari a 4.0. Tre soffi al cuore che hanno messo in grande apprensione gli abitanti delle zone colpite, molti dei quali sono scesi in strada. Lo sciame sismico al momento continua e ha già fatto registrare più di cinquanta movimenti tellurici in una mattinata. Secondo gli esperti dell'Istituto Nazionale di Geologia e Vulcanologia si tratta del sisma più forte che ha colpito la zona negli ultimi 80 anni: «È certamente un terremoto di grande intensità - spiega a gds.it il sismologo di Pesaro (una delle città colpite) Enrico Gennari - Siamo nell'ordine di una magnitudo di 5.5 - 5.7, con un epicentro registrato a 6-8 km di profondità, nella zona della fascia costiera adriatica, a circa 30 km a largo di Fano. Un'area molto nota a noi sismologi . Siamo stati fortunati: solo una grande paura dovuta al fatto che il terremoto ha colto di sorpresa, visto che non possiamo fare previsioni. Danni, a parte qualche cornicione, non ce ne sono. Né a cose né a persone». Visto che il forte evento sismico si è verificato in mare, si temeva che esso potesse innescare uno tsunami ma, come spiega il sismologo, la magnitudo non è tale da poter causare maremoti. Per quelli servono eventi di intensità maggiore. La zona di propagazione, però, è stata molto ampia sulla terraferma. Il pavimento, infatti, ha tremato anche parecchio distante dalle Marche. Segnalazioni arrivano addirittura dal Veneto e da Roma. «Le zone di risentimento - afferma Gennari - dipendono dalle conformazioni dei terreni e in taluni casi, a seconda dell'intensità, le scosse possono essere avvertite anche a 300 km di distanza». Nessuna previsione scientifica è possibile sui prossimi eventi. Non è possibile stabilire, infatti, per quanto tempo ancora durerà lo sciame sismico e nemmeno se ci saranno altre scosse di grande intensità: «Le uniche armi vincenti che abbiamo sono la consapevolezza di essere in aree altamente sismiche, poi la conoscenza e la prevenzione, adeguando i territori in cui c'è del patrimonio a rischio. Non bisogna fare allarmismo - conclude il sismologo - ma nello stesso tempo dobbiamo essere cauti perché abbiamo a che fare con una brutta bestia».