Venerdì 22 Novembre 2024

Il caso di Santina Renda, parla la sorella: «La portò via un uomo con la barba e gli occhiali da sole»

Nella foto Santina Renda e sua sorella Francesca che oggi ha 37 anni

Era il 1990 quando Santina Renda scomparve misteriosamente all'età di sei anni dal cortile del palazzo in cui abitava. Quel pomeriggio lei e i suoi amichetti, come ogni giorno, giocavano in via Pietro D'Aquila nel quartiere Cep, oggi denominato San Giovanni Apostolo. Insieme a loro c'era Francesca, un anno più piccola di Santina che oggi ha 37 anni e che nonostante la tenera età ricorda bene quel triste 23 marzo. La donna, ospite di Mattina cinque insieme alla madre Enza Scurato, ha raccontato alcuni particolari che riaffiorano dai suoi ricordi d'infanzia: «Siamo scesi nel primo pomeriggio dopo pranzo, come facevamo sempre. Scendevamo in un cortile in cui c'era un'unica entrata. Mia madre ci chiamava ogni tanto. Ricordo che quel giorno si aggirava una macchina bianca di grossa cilindrata. Poi si è fermata e ha attirato l'attenzione di noi bambini, mi pare con delle caramelle o con dei peluche. Santina se non conosceva non si avvicinava a nessuno ma si avvicinò a quella macchina. Un uomo l'ha presa per il braccio e l'ha infilata in auto. Dentro c'era anche una donna. Sono salita a casa e mia madre mi ha chiesto di mia sorella. Ero convinta che stesse arrivando ma così non è stato». Nel 1990 erano frequenti i rapimenti ma a scopo di estorsione. La famiglia di Santina non era ricca e quindi fu esclusa subito questa possibilità. Si pensò piuttosto ad un sequestro effettuato da trafficanti di organi. Fu seguita anche la pista rom e furono ascoltati amici, parenti e conoscenti. Ma Santina Renda era svanita nel nulla: «Se la sono portata con forza a mia sorella - sostiene Francesca -. Ricordo ancora il volto dell'uomo che l'ha presa: aveva gli occhiali da sole e una barba abbondante». Santina non urlava, segnale che potrebbe far pensare che la bimba conoscesse i suoi rapitori, ma la sorella lo esclude: «Secondo me non li conosceva - dice la 37enne durante l'intervista -. E non crediamo nemmeno alla versione del ragazzo instabile». Francesca Renda fa riferimento a Vincenzo Campanella, un giovane del quartiere soprannominato “lo scemo” perché psicolabile che si autodenunciò raccontando che Santina era morta cadendo dal suo motorino. Il ragazzo però non venne creduto in quanto le sue dichiarazioni risultarono confuse e inattendibili. Inoltre non fu in grado di far ritrovare il corpicino della piccola. L'uomo però, due anni dopo, fu accusato dell'omicidio del cuginetto della piccola Renda: Maurizio Nunzio, di soli 8 anni, venne ritrovato con la testa fracassata da colpi di bastone. Per questo omicidio questa volta fu constatata la responsabilità di Campanella, che fu condannato a 29 anni di carcere. «Perché proprio lei? - si domanda accoratamente Francesca ripensando a quel brutto pomeriggio -.  Me lo chiedo spesso ma oggi una risposta ancora non ce l'ho. Ogni giorno della mia vita vivo con la speranza di ritrovarla. Vorrei avere almeno una lapide per poterla piangere. La speranza non l'abbiamo mai persa e non abbiamo mai smesso di cercarla - conclude la donna - e oggi grazie all'avvocato Ferrandino e ai social stiamo andando molto velocemente».    

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