Brumotti picchiato a Los Angeles: tante aggressioni per l'inviato di Striscia, anche in Sicilia
Momenti di paura per Vittorio Brumotti, per la fidanzata Annachiara Zoppas e due loro amici a Los Angeles, durante una vacanza. Il conduttore di Paperissima Sprint e inviato biker di Striscia la notizia è stato rapinato e picchiato in pieno giorno. “Sono qui in vacanza con Annachiara – racconta Brumotti – Stavo girando dei video con la bici sulla Pacific, la via principale della costa, e in lontananza vedo due ragazzi che si stanno picchiando. Decido di allontanarmi, di cambiare strada, ma poco dopo mi accorgo che ci sono quattro persone che mi seguono in bici». Poi continua a raccontare: «Mentre cerco di allontanare un mio amico e Annachiara – prosegue Brumotti – mi colpiscono in testa con il calcio di una pistola, mi buttano per terra, mi riempiono di calci e pugni, mi mettono un’altra pistola in bocca e mi levano l’orologio e lo zaino. Poi si girano verso Annachiara: io cerco di reagire. Loro a quel punto decidono di scappare, lanciano via una delle pistole, che poi trovo io. Per fortuna, nel giro di poco tempo, interviene la polizia con diverse pattuglie e addirittura un elicottero. Annachiara è terrorizzata, ma è ok. Evidentemente mi stavano ‘marcando’ da tempo: erano quattro ragazzi di colore, di circa 20 anni. Io sono un po’ abituato alle aggressioni, ma quello che è successo oggi è sicuramente il record di violenza che abbia mai subito”. Brumotti, soprattutto a causa delle sue inchieste per Striscia La Notizia, è stato vittima più volte di ritorsioni. Ed è successo anche in Sicilia. Nel marzo del 2015 al secondo servizio sull'abusivismo commerciale in Corso Sicilia ed alla fiera, fu aggredito dagli ambulanti extracomunitari che dopo la sua prima inchiesta avevano subito un inasprimento dei controlli da parte delle forze di polizia. A febbraio 2018, invece, Brumotti fu preso di mira con la sua troupe nel quartiere Zen di Palermo, durante un servizio sullo spaccio di droga. Una volta usciti dall’auto, lui e i suoi collaboratori furono insultati, minacciati di morte e aggrediti con lancio di sassi da un folto gruppo di abitanti del quartiere. Il tetto dell’auto fu sfondato da un pesante blocco di cemento lanciato dal piano alto di una casa.