Dieci anni fa si era sottoposta a un intervento di bypass gastrico in un ospedale di Genova, ma da alcuni mesi era ingrassata di nuovo e aveva deciso di effettuare una «revisione» dell’operazione, scegliendo una clinica di Messina, dove è stata operata a fine maggio. Sono i nuovi particolari emersi sulla vicenda di Patrizia Giunta, la signora di 47 anni di Modica deceduta la notte tra sabato e ieri (domenica 14 agosto) all’ospedale Papardo, della città dello Stretto, doveva era stata ricoverata d’urgenza. Dopo l’operazione nella clinica privata, infatti, la paziente aveva avuto una serie di gravi complicazioni e - racconta il legale della famiglia della signora, l’avvocato Giuseppe Pellegrino - non era stata mai dimessa dalla struttura, fino al precipitare della situazione e il ricovero in Terapia Intensiva all’ospedale dove è morta la notte tra sabato e domenica.
I familiari della paziente hanno presentato una denuncia al commissariato di Modica, ma l’inchiesta verrà condotta dalla Procura di Messina che già da ieri è in contatto con l’ospedale e la clinica e sta acquisendo la documentazione. La famiglia ha chiesto l’autopsia per fare piena luce su quanto accaduto. Patrizia Giunta lascia il marito e due figli di 18 e 20 anni.
Il bypass gastrico ha lo scopo di ridurre la dimensione dello stomaco e quindi far dimagrire rapidamente. Il bypass riduce l’introito alimentare, diminuendo la fame e accelerando il senso di sazietà. La perdita di peso media globale è intorno al 60% del sovrappeso (cioè dei chili in più), con un buon mantenimento del peso perso oltre i dieci anni. È una metodica è stata molto praticata negli Stati Uniti negli ultimi 20 anni ed è oggi diffusa in tutto il mondo; tuttavia, rispetto ad altre tecniche, alcuni medici fanno notare che i tempi dell’intervento chirurgico e dell’ospedalizzazione sono più lunghi e il tasso di complicanze più elevato.
Non è la prima volta che un intervento di questo tipo dia vita a gravi conseguenze: solo nel febbraio scorso Angela Iannotta, 28enne di Santa Maria Capua Vetere (Caserta), madre di tre bambini piccoli, è stata ricoverata in gravissime condizioni dopo aver subito due interventi per dimagrire ed è finita in coma. Nell’aprile del 2019 è morto invece il 29enne Raffaele Arcella di Caivano, che si era sottoposto allo stesso tipo di intervento; secondo l’accusa, durante l’ operazione gli fu lesionata l’arteria retrostante lo stomaco. Più recentemente, nel giugno scorso, è morta Emanuela Katia Tundo, 43enne di Marconia di Pisticci, deceduta nel reparto di Terapia intensiva dell’ospedale «Madonna delle Grazie» di Matera, dove era stata ricoverata d’urgenza. Un ricovero resosi necessario a 24 giorni dall’operazione di riduzione dello stomaco, a cui si era sottoposta nel policlinico «San Marco in Zingonia» di Bergamo.
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