Dopo il calo del lunedì la risalita del giorno dopo. Anche se il numero dei nuovi contagi Covid in Sicilia torna a superare il tetto dei 6mila collocando l'Isola al quinto posto in Italia.
E torna a crescere anche l'indice di positività, il dato che forse più degli altri rivela l'andamento del virus. Il bollettino di oggi, infatti, dice che sono 6.341 i nuovi positivi individuati a fronte di 32.386 tamponi processati. Ieri i nuovi contagi erano stati 1.776 su 13.165 test. L'indice di positività passa dal 13,5% al 19,6%, un incremento netto rispetto alle scorse 24 ore.
Si è parlato troppo presto di un calo dei contagi? Non basta certo il bollettino di oggi per dirlo, ma sarà necessario valutare i dati dei prossimi giorni. Va comunque considerato che rispetto a una settimana fa il numero dei nuovi casi è inferiore, dunque il trend è ancora in discesa. Bisogna poi verificare l'andamento dei ricoveri: nei reparti ordinari oggi per esempio si contano 12 pazienti in meno, ma nelle terapie intensive tre in più.
Dopo lo zero registrato ieri nella casella dei decessi, oggi purtroppo il bollettino ne conta 15, mentre i guariti sono 2.208.
A livello provinciale si registrano a Catania 1.351 nuovi casi, a Palermo 1.316, a Messina 1.180, a Caltanissetta 740, a Siracusa 654, a Trapani 480, a Ragusa 399, ad Agrigento 374, a Enna 278.
In Italia complessivamente sono 88.221 i nuovi contagi registrati nelle ultime 24 ore, secondo i dati del ministero della Salute. Ieri i contagiati erano stati 23.699. Le vittime sono 253, in aumento rispetto alle 104 di ieri. Il tasso è al 19,7%, stabile rispetto a ieri quando era al 19,3%. Sono stati eseguiti in tutto, tra antigenici e molecolari, 446.718 tamponi.
Sono invece 434 i pazienti ricoverati in terapia intensiva - 8 in più di ieri -, mentre gli ingressi giornalieri sono 61. I ricoverati nei reparti ordinari sono invece 11.124, 43 in più rispetto a ieri.
Nuove prove sull'origine del Covid
"I nostri risultati forniscono la prova che il mercato di Wuhan è stato il primo epicentro della pandemia di Covid-19 e suggeriscono che SarsCoV2 è probabilmente emerso dal commercio di fauna selvatica in Cina". Sono questi i risultati di uno studio internazionale pubblicato su Science che sembra mettere la parola fine alla diatriba sull'origine dalla pandemia.
Lo studio ha ricostruito le prime fasi della pandemia, concentrandosi sulla distribuzione dei primi casi noti nell'uomo, di quelli nei mammiferi sensibili a SarsCoV2 e collegandoli a campioni positivi prelevati nell'ambiente, per esempio le gabbie. Tutte le ricostruzioni riconducevano al Huanan Seafood Wholesale Market di Wuhan, anche se "gli eventi a monte del mercato, così come le circostanze esatte all'interno mercato, rimangono oscuri", precisano i ricercatori.
Un secondo studio, pubblicato in contemporanea sulla stessa rivista ha ricostruito, invece, l'albero genealogico di SarsCoV2 risalendo ai primi due lignaggi del virus. Il cammino genetico a ritroso dei ricercatori è riuscito a concludere che il virus SarsCoV2 è stato probabilmente trasferito per la prima volta dall'animale all'uomo tra il 23 ottobre e l'8 dicembre 2019 (probabilmente intorno al 19 novembre) e una seconda volta nelle settimane successive.
"Questi risultati indicano che è improbabile che SarsCoV2 sia circolato ampiamente negli esseri umani prima di novembre 2019 e definiscono la finestra stretta tra quando SarsCoV2 si è trasferito per la prima volta negli esseri umani e quando sono stati segnalati i primi casi di Covid-19".
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