È arrivata in lacrime, in piena notte, in ospedale. Accompagnata dalla madre, ha chiesto di essere medicata per una ferita, lunga e profonda, al viso. Ha raccontato che a provocargliela era stato il suo ragazzo, con una coltellata, dopo una lite. La vittima ha solo 12 anni, e ora rischia che quella cicatrice le ricordi per sempre un amore tanto precoce quanto malato.
Lui, sedicenne, è stato fermato dopo alcune ore di ricerche dai carabinieri. Ai militari ha detto che era pronto per costituirsi. L’episodio è accaduto nel pieno centro di Napoli, rione Montesanto, alle spalle di via Toledo, la centralissima via dello shopping, ad un passo dai Quartieri Spagnoli.
Dopo avere fatto il nome dell’aggressore, dicendo che avrebbe agito «per gelosia», la ragazzina è stata trasferita per ulteriori controlli nell’ospedale pediatrico Santobono, vista la sua giovanissima età. Da qui è stata dimessa con prognosi di un mese «per un danno permanente al viso». In futuro sarà sottoposta a nuove visite e forse ad interventi di chirurgia plastica per tentare di ridurre la cicatrice. Per ora, deve affrontare il dolore e la difficile convivenza con i segni di un’aggressione feroce.
Secondo una prima ricostruzione i due si sono incrociati in strada, nella tarda serata di ieri, ciascuno in sella a uno scooter. È nata una discussione violenta al culmine della quale il ragazzo ha sferrato il fendente.
Lui, appartenente a una famiglia già nota alle forze dell’ordine, stava cercando di imparare un mestiere frequentando un corso per pizzaioli, lei invece è iscritta alla scuola media.
Appena la ragazzina è arrivata in ospedale sono scattate le ricerche del sedicenne: a distanza di una decina di ore dall’aggressione, nel primo pomeriggio, il ragazzo è stato bloccato in strada dai carabinieri. La Procura dei Minorenni ha disposto nei suoi confronti un fermo di pubblico ministero. Gli inquirenti gli contestano il 583 quinquies, un nuovo reato previsto dal codice rosso che punisce chi provoca una deformazione dell’aspetto della persona mediante lesioni permanenti al viso: una fattispecie introdotta con il diffondersi delle aggressioni con l'acido. Il 16enne risulta avere precedenti per resistenza a pubblico ufficiale, ed era sottoposto al percorso della messa alla prova.
Il contesto in cui è maturato il ferimento viene definito socialmente difficile. La famiglia della 12enne, secondo quanto si è appreso, sarebbe comunque lontana da contesti malavitosi. Al momento non c'è traccia dell’arma usata per lo sfregio. Il pm della procura minorile non ha interrogato il fermato, che è stato condotto nel centro di prima accoglienza dei Colli Aminei. Il 16enne, assistito dall’avvocato Domenico Dello Iacono, attende ora nelle prossime 48 ore l’udienza di convalida del fermo. L’episodio ha ricordato quello avvenuto a fine maggio, sempre a Napoli, delle due sorelle sfregiate con l’acido, raid punitivo frutto di rancori in ambito familiare e dopo mesi di guerra sui social. Tutto ciò in una città che da tempo si interroga sul dilagare di fenomeni di violenza tra giovani e giovanissimi, con il progressivo ridursi dell’età di chi usa pistole e coltelli. Una preoccupazione che ha spinto l’arcivescovo Mimmo Battaglia a farsi promotore di un patto educativo, firmato due mesi fa a Napoli con i ministri Bianchi e Lamorgese: 40 milioni per aumentare il numero delle scuole aperte anche di pomeriggio, coinvolgendo Chiesa e terzo settore nelle iniziative per i ragazzi a rischio. Nei confronti in prefettura tra istituzioni e forze dell’ordine era anche spuntata l’idea di responsabilizzare le famiglie, escludendo da alcuni benefici sociali - come il reddito di cittadinanza - i genitori nel caso di inadempienza dei figli all’obbligo scolastico. Proposta che non ha avuto seguito.
Caricamento commenti
Commenta la notizia