Covid in Sicilia: contagi e ricoveri di nuovo in aumento, cosa è cambiato rispetto a un anno fa
Il confronto con il 30 giugno del 2021 è impietoso. E sottintende un dato: l'impennata di contagi Covid registrata all'inizio di questa estate non ha precedenti. È un'anomalia. Un anno fa esatto la Sicilia abbandonava le restrizioni che avevano segnato il periodo precedente con un'ordinanza del presidente della Regione, Nello Musumeci, che revocava le ultime due zone rosse: Santa Caterina Villarmosa, nel Nisseno, e Valguarnera Caropepe, in provincia di Enna. Tutta la Sicilia tornava in zona bianca, libera di affrontare l'estate con la speranza di essersi messa alle spalle il periodo più buio. Il bollettino del 30 giugno 2021 registrava appena 142 nuovi casi Covid individuati su 15.381 tamponi analizzati. Il tasso di positività si attestava allo 0,9%. Un anno dopo (bollettino di ieri, 30 giugno 2022) solo a Palermo i nuovi contagi sono stati più di duemila, in Sicilia 6.723 con un indice di positività schizzato al 25%. C'è da dire che rispetto a un anno fa è molto cambiato il nostro rapporto col virus, con cui ormai da separati in casa si cerca la forzata convivenza, che l'occupazione delle terapie intensive (nonostante la crescita esponenziale dei contagi) è tutto sommato in linea con lo scorso anno. Ma il confronto tra i dati di un anno fa (quando si veniva fuori da un periodo di restrizioni) con i dati di oggi (quando invece obbligo di mascherina e divieti sono un lontano ricordo) fa emergere in tutta la sua brutalità quanto il virus sia ancora prepotentemente tra noi. E lo dimostrano anche i numeri che arrivano dagli ospedali. Dopo settimane in cui l'occupazione delle terapie intensive è rimasta ancorata al 3%, da ieri in Sicilia il dato è salito al 4%, secondo il report di Agenas, l'Agenzia nazionale per i Servizi sanitari regionali. Un aumento lieve, senza dubbio, ma è comunque un campanello d'allarme. Che si affianca al numero dei ricoveri nei reparti ordinari: in Sicilia da 3 giorni è al 21% (valore che in Italia è battuto solo dall'Umbria con il 24%) contro il 10% circa della media nazionale e contro il 5% circa di un anno fa. Sono numeri che hanno spinto il commissario straordinario per l'emergenza Covid a Catania, Pino Liberti, a dire di tenere alta l'attenzione per vedere se gli ospedali continuano a reggere o se sarà il caso di riaprire nuovi reparti destinati al Covid, soprattutto in provincia di Palermo che è quella col maggior numero di contagi e di ricoverati. Lo stesso Liberti ha sottolineato che un tale aumento di casi nelle estati scorse non si era mai verificato. Insomma, il Covid che dilaga a tal punto tra giugno e luglio è un caso anomalo, ma è figlio dell'addio alle restrizioni e dell'alta contagiosità di omicron 5. Ecco perché adesso dagli esperti arrivi l'appello a utilizzare sempre la mascherina al chiuso. Le prime contromisure sono state già prese: nei giorni scorsi, per esempio, un reparto di medicina interna con 30 posti all’ospedale Civico di Palermo è stato convertito per accogliere i nuovi pazienti positivi che hanno problemi respiratori. E adesso anche all’ospedale “Vittorio Emanuele II” di Castelvetrano c’è un reparto, in locali che erano in disuso, per accogliere positivi asintomatici, ovvero pazienti che hanno il Covid, ma principalmente sono in ospedale per altri motivi. Intanto, dal monitoraggio settimanale di Iss e ministero della Salute sull'andamento dell'epidemia di Covid-19, anche stavolta, come sette giorni fa, nessuna regione è classificata a rischio basso, mentre crescono ancora l'indice di trasmissibilità e l'incidenza dei casi Covid. Nel periodo 7-20 giugno, l'Rt medio calcolato sui casi sintomatici è stato pari a 1,30, in aumento rispetto all'1,07 della settimana precedente ed oltre la soglia epidemica. Balzo dell'incidenza settimanale a livello nazionale: 763 ogni 100.000 abitanti per il periodo 24-30 giugno contro il precedente dato di 504 ogni 100mila (17-23 giugno). Cresce anche l'incidenza dei casi di Covid che sale sopra i 700 per 100mila abitanti in 13 regioni (8 la scorsa settimana). I valori più alti (oltre 900) si registrano nel Lazio, in Sardegna e in Veneto. La Sicilia è tra le regioni sorvegliate speciali con 772,6 casi, insieme a Campania (872,1), Abruzzo (870,4), Emilia Romagna (772,9), Friuli Venezia Giulia (762,4), Marche (744,1), Molise (727,4), Puglia (788,4), Toscana (716,3) e Umbria (898,7).