Venerdì 22 Novembre 2024

Covid, in tutta Italia schizzano incidenza e trasmissibilità: «Mascherine se c'è folla»

La «risalita» del virus SarsCoV2 diventa sempre più marcata e questa settimana fa registrare in Italia indici in netta crescita: schizzano, infatti, sia l'incidenza dei casi che raggiunge il valore di 504 per 100 mila abitanti, sia l’indice di trasmissibilità Rt che tocca quota 1,07 superando così la soglia dell’unità, cosa che non accadeva dallo scorso aprile. Sale anche il tasso di positività, al 23%. Il quadro epidemico sta dunque registrando un nuovo peggioramento per effetto dell’alta velocità di circolazione del virus e gli esperti avvertono che, nonostante la caduta dell’obbligo, è bene utilizzare comunque la mascherina in presenza di aggregazioni e folla. Il virus fa dunque registrare uno scatto di velocità, come evidenziano i dati del monitoraggio settimanale dell’Istituto superiore di sanità (Iss) e ministero della Salute. La prova è data dal fatto che l’incidenza dei casi è aumentata del 62% in una settimana (la scorsa il valore era pari a 310) e 8 Regioni sono sopra il valore di 500 casi per 100mila abitanti. Inoltre, l'Rt risale sopra la soglia epidemica dell’unità, che indica una maggiore diffusione dell’epidemia, dopo due mesi e mezzo: toccava infatti il valore di 1,15 lo scorso 8 aprile e da quella data in poi è stato sempre pari o inferiore a 1. Un peggioramento si registra anche sul fronte degli ospedali: aumenta l’occupazione dei posti letto per malati Covid nelle terapie intensive, attestandosi al 2,2%, ed aumenta anche l'occupazione dei reparti ordinari che raggiunge il 7,9%. Valori in crescita, quindi, anche se lontani dalle soglie critiche fissate al 15% per i reparti e al 10% per le intensive. Due regioni tuttavia - Sicilia ed Umbria - hanno superato la soglia di allerta per i reparti, toccando il 17% di occupazione dei posti letto. L’aumento dei contagi è trainato dalla prevalenza in costante crescita della sottovariante Omicron BA.5, molto più contagiosa. Secondo gli ultimi dati Iss, è infatti passata dal 23,1% della scorsa settimana al 34,4% secondo il dato aggiornato al 23 giugno. Un trend epidemico in salita a seguito del quale nessuna Regione si classifica questa settimana come a rischio 'bassò. Sulla base di questi dati, gli esperti esortano alla prudenza. «Data l’elevata velocità di circolazione virale - avverte il direttore Prevenzione del ministero della Salute, Gianni Rezza - è bene ricordare che si può ridurre il rischio di trasmissione dell’infezione utilizzando le mascherine, soprattutto in presenza di grandi aggregazioni di persone, e allo stesso tempo proteggere le persone più fragili e anziane con l’ulteriore dose booster». Ma il quadro potrebbe essere addirittura peggiore secondo Cesare Cislaghi, già presidente della Società italiana di epidemiologia: «L'indice Rdt - ovvero l'indice di replicazione dei casi diagnosticati, con cui si ottengono valori simili all’indice di trasmissibilità Rt ma più tempestivi e aggiornati - ha già raggiunto il valore di 1,60 a ieri; inoltre, sicuramente ci troviamo dinanzi ad una forte sottostima degli attualmente positivi al virus, che potrebbero arrivare a circa 3 milioni se applicassimo le stime inglesi». Insomma, «non si intravede una fine dell’espansione dell’epidemia e l’invito è alla prudenza: auspico - aggiunge - un ritorno all’obbligo di utilizzo delle mascherine nei luoghi di lavoro». Preoccupati anche i medici del sindacato Cimo-Fesmed, che invitano a continuare a rispettare le misure di prevenzione: mascherine al chiuso, distanziamento e igiene delle mani. «Comprendiamo la stanchezza dei cittadini - affermano - ma il virus non è sparito e se i ricoveri continuano a crescere con questo tasso rischiamo di ritrovarci nuovamente con ospedali pieni di pazienti Covid, e non possiamo permettercelo».

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