A scuola un professore su 4 è precario: in cinque anni si è raddoppiato il numero. Le percentuali più alte si registrano nel Nord Ovest e nella scuola secondaria di primo grado. E’ quanto emerge dall’indagine condotta da Tuttoscuola, nella quale si rileva, in riferimento alla situazione degli organici del 2020-21, che 212mila precari rappresentano il 25% di tutti i docenti in cattedra, vale a dire un docente ogni quattro. Numeri che diventano uno su 3 nelle regioni del Nord Ovest (dove arrivano a quasi uno su 2 alla scuola secondaria di primo grado). Scorrendo i dati ufficiali riportati sul portale unico del ministero dell’Istruzione, Tuttoscuola constata che nel 2015-16 il numero dei docenti precari era meno della metà di quello del 2020-21 e rappresentava il 13,8% di tutti i docenti in cattedra. Il numero dei precari, dunque, «è andato aumentando anno dopo anno e, nonostante un incremento dei posti con l’organico potenziato, la loro incidenza rispetto a tutti i docenti in cattedra, è cresciuta con valori percentuali quasi raddoppiati nell’arco di sei anni», si rileva nell’analisi.
A fronte della percentuale nazionale media del 25%, nei territori e nei diversi settori l’incidenza di precari in cattedra, secondo Tuttoscuola, risulta notevolmente diversificata. Nelle regioni del Nord Ovest la percentuale sale al 33,7%: un docente precario ogni 3. Nelle regioni del Nord Est è del 30,3%, in quelle del Centro è del 27,5%. Le percentuali delle isole e del Sud, rispettivamente del 17,9% e del 15,8%, sono indice di maggiore stabilizzazione degli organici. Per quanto riguarda i singoli settori, è la scuola secondaria di primo grado a registrare tassi elevati di precarietà con un valore medio nazionale del 32% che sale al 45,6% nelle regioni del Nord Ovest, del 39,7% in quelle del Nord Est, e del 34,2% in quelle del Centro. Situazione moderatamente meno precaria nelle isole (21,7%) e nelle regioni del Sud (18,9%). Anche il secondo grado della secondaria (media nazionale del 27,7%) registra nelle regioni del Nord Ovest le percentuali più elevate di docenti precari (36,7%), seguite dal Nord Est (33,8%) e dal Centro (30,6%). Più stabili le cattedre del Mezzogiorno rispettivamente con il 21,1% di precari nelle Isole e con il 18,5% nel Sud. Nella primaria e nella scuola dell’infanzia le percentuali di precariato sono più contenute (rispettivamente del 20,5% e del 16,4%), anche se si conferma un divario di incidenza tra Nord e Centro da una parte e regioni del Mezzogiorno dall’altra. La ridotta disponibilità di posti incide probabilmente sull'anzianità dei docenti, al punto che nella scuola dell’infanzia si registra l’età anagrafica media più elevata.
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