Una motovedetta libica avrebbe sparato alcuni colpi d’arma da fuoco di avvertimento verso il peschereccio «Salvatore Mercurio» di Marzamemi che si trovava in acque internazionali a nord di Bengasi assieme al «Luigi Primo». I colpi non hanno provocato danni alle imbarcazioni che fanno capo alla capitaneria catanese né feriti. In zona è intervenuta la fregata Grecale della Marina Militare che ha invitato la motovedetta ad allontanarsi, mentre un team sanitario e uomini del San Marco sono saliti a bordo dei pescherecci per garantire la sicurezza. Il ministro della Difesa Lorenzo Guerini è stato costantemente informato della situazione. «La notizia dei colpi sparati ieri sera dalla motovedetta libica verso i due motopesca catanesi ripropone d’attualità la questione sicurezza per i nostri pescatori che lavorano nel Canale di Sicilia», ha detto il segretario Uila pesca Sicilia Tommaso Macaddino, a pochi minuti dall’apertura del congresso su "La pesca siciliana al centro del Mediterraneo, diritti e doveri" a Mazara del Vallo. Per Macaddino «la questione di accordi bilaterali tra Italia e Libia non è più rinviabile - dice - è ancora viva dentro tutta la marineria mazarese la ferita del sequestro di 108 giorni che hanno vissuto 18 pescatori in Libia. Di sicurezza se ne parla quando c’è il caso di cronaca e poi il tema cade nel dimenticatoio», ha concluso Macaddino.